Nell’ambito del progetto dell’Osservatorio sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca, promosso dalla Fondazione Intercultura, prende il via: “Imparare a vivere insieme", il concorso riservato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado degli istituti di tutta Italia iscritti al progetto “Repubblica@SCUOLA”. Gli studenti partecipanti al concorso dovevano preparare un elaborato sul tema: “Imparare a vivere insieme".
Lo studente o la studentessa che produrrà il migliore elaborato parteciperà a un soggiorno scolastico di una settimana in Finlandia nel corso del mese di maggio 2020, accolto o accolta da una famiglia di volontari dell’Associazione Intercultura locale e con la possibilità di frequentare alcune lezioni in una scuola.
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IMPARARE A VIVERE INSIEME
Titolo | Data | Autore |
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Uguali
Uguali di chow3 scritto il 01/03/2020 Dovremmo allontanarci da quel pensiero che ci sia un tipo di pelle o razza pura e che le altre non lo siano, siamo tutti uguali, abbiamo tutti le stesse caratteristiche a parte per il colore della pelle, che dovrebbe essere l'ultima cosa da guardare in una persona, perchè se è una bella persona lo è a prescindere da esso.Dalle mie esperienze personali non ho mai incontrato una persona con la pelle di un colore diverso dal mio che abbia mai fatto qualcosa di sbagliato nei miei confronti o delle mie amiche, molte volte invece capita che siano le persone con il mio stesso colore di pelle a fare commenti o gesti poco gradevoli, questo per dire che non esiste un colore di pelle perfetto, ci può essere la persona con la pelle bianca cattiva mentre quella con la pelle scura brava.Il problema più grande sono le idee che ci imposte e di conseguenza messe in testa da persone che evidentemente vorrebbero che esista un solo tipo di pelle, così da poter essere perfetto.Senza rendercene conto stiamo per riproporre lo sterminio della razza "non pura" e quindi per coloro che sono diversi dalla cosiddetta razza pura, non riusciamo ad espandere le nostre menti, anche se non c'è una sola religione, non c'è un solo colore di pelle siam uguali, abbiamo tutti lo stesso aspetto. |
01 marzo 2020 | chow3 |
Impariamo a vivere insieme
Impariamo a vivere insieme di gigidag78 scritto il 01/03/2020 Viviamo in un mondo dove vi sono dei problemi che senza renderci conto, sono sempre presenti nella nostra vita di tutti i giorni: l'uguaglianza di genere e la discriminazione. Oggi sono qui per parlare di questo.L'uguaglianza è strettamente legata alla libertà. In tutti i paesi vi è un concetto dove ogni cittadino è uguale a gli altri, nonostante la classe sociale, il colore della pelle, la nazionalità, anche se la realtà è totalmente diversa. La prima uguaglianza di cui si può parlare è quella tra uomini e donne. Per raggiungere questo concetto ci sono voluti diversi decenni e ancora adesso, in molti campi, le donne vengono escluse solo perchè "sono donne". Per uguaglianza si intende anche l'uguaglianza dei diritti. Nonostante tra di noi siamo diversi, i nostri diritti sono uguali per tutti.Per quanto riguarda la discriminazione, tutto ciò che dobbiamo fare è metterci nei panni delle altre persone, capire che non tutti hanno le stesse abitudini, gli stessi usi, e questo non deve essere un motivo per cui discriminare.Ricordo di una vacanza in Tunisia, Africa. Un mondo totalmente diverso, ma questo non significa che tutto fosse sbagliato. In questo luogo tutti sono accolti in modo cordiale ed amichevole, senza essere discriminati per il fatto di essere di un altro stato.Ho avuto l'opportunità di viaggiare in Spagna per due settimane con la scuola. Questo stage mi ha dato la possibilità non solo di migliorare le mie conoscenze riguardo la lingua spagnola, ma anche di immergermi in una cultura totalmente differente dalla mia. Nonostante ciò sono riuscita ad adattarmi a questo nuovo stile di vita, alla gastronomia del luogo ma anche alle abitudini degli abitanti, come semplicemente il fatto di cenare alle 21:00.Tutto questo per dire che non importa se si ha un colore della pelle diverso, se si pratica un'altra religione o se si hanno abitudini differenti: tutti noi abbiamo stessi diritti e non dobbiamo comportarci in maniera differente nei confronti degli altri. Bisogna sempre immedesimarsi nell'altra persona e riflettere se ci piacerebbe essere trattati in modo differente dagli altri. Il modo di trattarsi deve essere reciproco e rispettoso. |
01 marzo 2020 | gigidag78 |
Dovete essere farfalle per volare sopra al filo spinato
Dovete essere farfalle per volare sopra al filo spinato di mattinale scritto il 01/03/2020 E ’stato un discorso che ha commosso tutti i parlamentari in seduta plenaria a Bruxelles quello fatto da Liliana Segre il 29.01.2020 in occasione delle commemorazioni per il 75esimo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz. Lei che è sopravvissuta, lei come testimone dell’orrore della soluzione finale voluta dai nazisti sugli ebrei.Si meraviglia ancora Liliana Segre della sua sorte di sopravvissuta. E’ un miracolo tanto quanto la nascita di un parlamento europeo con tante bandiere che sventolano insieme. Bandiere che rappresentano stati che fino al secolo scorso si facevano la guerra e invita questa pluralità di idee, di lingue, di culture diverse che è presente in parlamento a collaborare e a vigilare per impedire tutte le intolleranze.Mai come nello sterminio degli ebrei homo homis lupus l’uomo è stato lupo nei confronti dell’altro uomo, ed è stato giustificato dalla affermazione della razza.Parole come razza, razzismo, antisemitismo, che la Segre ha sottolineato non essere mai superate, ritornano a momenti alterni in base al periodo storico. La razza non è altro che la scusa utilizzata da certi politici per erigere fili spinati, per differenziare in modo ingiustificato e senza nessun valore scientifico gli individui sulla base di generici caratteri esteriori e somatici e su queste differenze “giocare la partita della discriminazione e dell’intolleranza”.Vigilare non basta mai. Negare all’altro l’uguale propria dignità di essere umano è storia quotidiana. Ma è anche storia quotidiana sentire disprezzo nei confronti di coloro che sono considerati “diversi” e il negazionismo di ciò che è accaduto aumenta la probabilità che riaccada.“Una gamba davanti all’altra pazzamente attaccati alla vita” è invece il messaggio che la Segre vuole lasciare ai giovani che hanno perso ogni capacità di lottare per il loro futuro. Un futuro che merita di essere pervaso di pace e tolleranza verso ogni essere umano senza distinzioni di nessun tipo. Solo guardando l’altro di fronte a noi e riconoscerlo essere umano lo affranca da ogni etichetta che altri possono usare per distinguere. Ed è in questo modo che si costruisce la pace. Ognuno di noi fa parte di un insieme in un mondo globale. Solo scegliere di non essere indifferenti e agire con coscienza e responsabilità ci farà diventare “farfalle che volano sopra ogni filo spinato”. |
01 marzo 2020 | mattinale |
Diversamente uguali
Diversamente uguali di area5000 scritto il 01/03/2020 Mi sento cittadina del mondo, ogni giorno. Mi basta uscire di casa o accendere il cellulare per capire che, però, il mondo di cui sono e mi sento parte integrante, forse, non è proprio il mondo ideale. Io ho paura a tornare a casa da sola, Francesco ha paura di farsi vedere piangere davanti ai suoi amici. Io posso avere paura, Francesco non può. Abbiamo comprato una tuta rosa. Io posso metterla, Francesco ha speso 100 euro per una tuta che forse non metterà mai. La nostra natura di animali sociali ci porta ad avere come riferimento gli altri con cui ci rapportiamo e non possiamo fare a meno di comunicare e condividere. La società è la mia casa e io pretendo di sentirmi accolta e al sicuro dentro casa. Sentirsi al sicuro non significa omologarsi, non significa rinunciare ad essere speciali. Io come tutti gli altri. Come il mio compagno di scuola, appena arrivato dalle Filippine, che “no parla italiano”, ma che, col suo foglio bianco e la sua matita 2H, ha fatto ritratti a tutta la classe. Gli altri sono tutti coloro che non sono io, che sono diversi da me. Diversi in che cosa? Per scoprirlo bisogna cambiare punto di vista ed essere empatici, il primo atteggiamento di apertura agli altri. Tutti siamo diversi e, fortunatamente, tutti abbiamo quel qualcosa in più da dire, da raccontare al prossimo. Tutti abbiamo dei tratti che ci caratterizzano e ci rendono unici. Non posso e non voglio dover annullare me stessa per rientrare nei canoni descritti della società, tantomeno per beneficiare di un trattamento che mi spetterebbe di diritto. Io ho il diritto di essere libera. Io in quanto donna e Francesco in quanto uomo. Se mai qualcuno dovesse privarmi, o, anche solo provare a privarmi della mia libertà, di scelta, di pensiero, di azione, voglio una società che stia dalla mia parte, che mi protegga e non una che mi colpevolizzi. Voglio essere me stessa allo stesso modo qui in Italia o dall’altra parte del mondo. Voglio poter parlare, gridare fortissimo, se dovesse essere necessario. Voglio una società, delle persone, che gridino con me e non che mi incitino a tacere. La libertà ci rende esseri umani e non ci sarà mai libertà finchè non saremo uguali nelle nostre diversità. |
01 marzo 2020 | area5000 |
Insieme verso il futuro
Insieme verso il futuro di red004 scritto il 01/03/2020 Ogni giorno sentiamo parlare di razzismo o di frasi e insulti razzisti. Molto spesso mi sono interrogata sul perché alcune persone siano così arrabbiate con altre: avranno litigato? Ci saranno stati dei disguidi? Purtroppo la risposta è sempre stata la stessa: una persona è insultata e aggredita perché diversa. Da sempre il diverso è visto come una minaccia, come qualcuno che potrebbe superarti, metterti in cattiva luce e mettere in destabilizzare tutto ciò in cui credi. Spesso il diverso è considerato sbagliato perché è stato capace di andar contro tutti i pregiudizi e i limiti da noi imposti per seguire la propria vocazione e le proprie idee. Come le suffragette, considerate semplicemente delle poco di buono che invece di curare amorevolmente la propria famiglia andavano in giro a combattere per i propri diritti; così come l’astronoma Ipazia che preferì morire invece di sottomettersi alla tirannia religiosa, e come lei tanti altri credenti. Loro, insieme alle donne e agli uomini dell'Africa schiavizzati, insieme alle persone deportate durante la seconda guerra mondiale, insieme a chi è scomparso da un giorno all'altro come i desaparecidos e a tutti coloro che hanno lottato per ottenere l’uguaglianza in qualsiasi ambito, sembra che abbiano sprecato in parte il loro tempo o che siano morti invano perché attualmente le persone sono ancora distinte in base a sesso, etnia e religione e molte svaniscono ancora nel nulla perché il potere è nelle mani di tiranni senza scrupoli. Chi siamo noi per decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato? Per imporre ad altri il nostro modo di vivere? Per sopraffare altri solo perché deboli? Non si tratta semplicemente di razzismo o di discriminazione, ma della violazione dei diritti umani perché ogni individuo deve essere libero di mostrarsi per ciò che è realmente e soprattutto ha diritto di vivere. Ogni giorno mi capita di confrontarmi con persone diverse e questo può solo giovarmi poiché ho l’opportunità di ampliare i miei orizzonti. Mi rattrista particolarmente sapere che molti ragazzi della mia età, che rappresentano il futuro, abbiano ancora mentalità chiuse. Ciò non significa che debbano accettare obbligatoriamente le mie idee e quelle di tante altri, ma semplicemente lasciarci liberi di sostenere ciò che riteniamo più corretto, lasciandoli anche noi liberi di coltivare le proprie idee nella speranza che un giorno possano smettere di deridere, umiliare e offendere, utilizzando tale tempo per riflettere su cosa è accaduto in passato e cosa continui ad accadere adesso rendendosi conto di quanti sacrifici sono stati compiuti e di come la realtà sia cambiata ma contemporaneamente viva ogni giorno di regressi. |
01 marzo 2020 | red004 |
Servi della stessa vita
Servi della stessa vita di mecenate scritto il 01/03/2020 Uscire di casa e trovare gente uguale a me, con la stessa carnagione e statura, idee e abitudini, è sempre stato noioso, ma comunque facile. La questione si è complicata quando in classe, in prima elementare, fece il suo ingresso un bimbo sconosciuto, un po' grassottello e chiassoso, che portava in giro tutto il tempo una pelle uguale a quella con cui mi ritrovavo solo d'estate. Dava fastidio: troppo affettuoso, sempre ad abbracciare tutti, sempre a voler giocare; io a scuola volevo stare con i miei amici, lui era solo uno straniero tra i piedi. Tra l'altro puzzava. |
01 marzo 2020 | mecenate |
Filosofia e società
Filosofia e società di itslucy scritto il 01/03/2020 Secondo Aristotele l'uomo è socievole per natura, ovvero nessuno impone come comportarsi se non la sua coscienza o meglio su istinto, questo perché fin da subito, l'uomo inserito all'interno di un gruppo ovvero la famiglia.In contrasto con questa tesi viene Thomas Hobbes la cui filosofia era "l'uomo è lupo per gli altri uomini" ovvero tutti contro tutti, cercando di prevalere sull'altro per non soccombergli.Secondo Hobbes quindi la società nasce per la paura dell'uomo di essere represso dall'altro e per cercare di trarre vantaggi e quindi prevalere sugli altri.Sebbene visse nel diciassettesimo secolo, fu molto critico e il suo pensiero è tutt'ora oggetto di dibattito, insieme alla tesi di Aristotele.I sociologi si chiedono come sia nata la società e soprattutto come sia possibile, ovvero su che basi le persone vivono in una società?Lo stretto legame che esiste tra la persona e la vita sociale spiega l’enorme influenza della società nello sviluppo positivo o al danneggiamento dell’uomo, come conseguenza di una organizzazione sociale difettosa. Il comportamento delle persone dipende, in qualche modo, dalla società che è prodotta della loro stessa cultura. Il pieno sviluppo della persona e il progresso sociale si influenzano reciprocamente: tra la dimensione personale e la dimensione sociale dell’uomo non c’è contrapposizione ma complementarietà; o meglio, sono due dimensioni in intima connessione che si influenzano a vicenda.Ed è esattamente quello che sosteneva Hobbes l'uomo si sottomette allo Stato rispetto delle norme per convivere con gli altri, per la complementarità che c'è tra loro ,perché abbiamo bisogno dell'altro.Ed è ciò che accade al giorno d'oggi: in una società dove la complementarietà sta alla base e del motivo per il quale l'uomo non è socievole per natura come invece sosteneva Aristotele.Viviamo in una società dove prevale l'egoismo e il continuo prevalere sull'altro dove la società è possibile che la vita la libertà e la proprietà sono diritti naturali e lo Stato si forma semplicemente per evitare che qualcuno possa ricorrere alla forza e prevaricare sugli altri.Ciò è in sintesi la visione di Lock, che la più realistica su come e perché ha avuto origine la società soprattutto quella più recente a noi se non quella attuale.Se dovessi descrivere un'esperienza in cui mi sono trovata in una condizione di vivere insieme ovvero di condividere regole e valori penso che descriverei la scuola, o semplicemente la vita di tutti giorni perché è in ogni giorno che impariamo a vivere insieme: in una società. |
01 marzo 2020 | itslucy |
Una giornata multietnica indimenticabile
Una giornata multietnica indimenticabile di frappeallafragola scritto il 01/03/2020 Il valore più importante che dovrebbe esserci tra tutti i cittadini del mondo, per imparare a vivere pacificamente insieme, è per me il rispetto. Rispettare una cultura diversa dalla propria, una differente religione, una particolare situazione economica oppure di genere, ha come ultimo fine la creazione di un mondo pacifico. Ognuno di noi ha un ruolo da compiere all’interno di una società globale, come se tutti fossimo un ingranaggio fondamentale per il corretto funzionamento di un grande meccanismo. |
01 marzo 2020 | frappeallafragola |
Imparare a vivere insieme
Imparare a vivere insieme di dea03 scritto il 29/02/2020 Imparare a vivere insieme... perché pare così difficile al giorno d'oggi?Molte persone si limitano a "convivere" con coloro che gli stanno attorno, ma io li reputo due termini decisamente diversi.Vivere insieme significa anche collaborare, aiutarsi a vicenda, e non solo sopportarsi e evitare litigi o quant'altro. Esempi di queste relazioni si possono trovare tra i vicini di casa, tra i colleghi di lavoro o, ancora, tra gli studenti.Quest'ultimo è l'argomento che al momento maggiormente mi è vicino. Sono molti gli alunni che, per quanto si ritrovino a condividere la stessa classe quasi ogni giorno per 9 mesi l'anno, si limitano a fare il proprio e non si spingono a creare una sorta di unione in quell'ambiente.Perché gli insegnanti insistono tanto a farci fare lavori di gruppo? Perché sostengono che studiare in coppie o più possa essere più proficuo? In parte perché possono venire a crearsi lavori di maggior livello, ma anche, e secondo me soprattutto, per insegnare ai bambini/adolescenti a vivere insieme.Queste piccole azioni quotidiane, col passare degli anni potranno trasformarsi in grandi azioni. Se gli alunni vengono educati fin da piccoli a non escludere, si presume e si spera che continueranno ad agire così anche da adulti. Ed è così che comineranno a diminuire pregiudizi e quant'altro che fanno male alle persone colpite.Ricordiamoci che tutti noi facciamo parte di uno stesso insieme, nel quale nessuno è meglio o peggio di nessun'altro e che dobbiamo imparare a condividere e a rispettare: la Terra. |
29 febbraio 2020 | dea03 |
Tutti sotto lo stesso cielo
Tutti sotto lo stesso cielo di lillisip scritto il 29/02/2020 “Siamo tutti uguali”, ecco ciò che ci insegnano da piccoli. Ma siamo sicuri che sia davvero come dicono? La risposta è semplice : NO. Nessuno è uguale perché ognuno di noi porta con sé una realtà diversa ma quello a cui ci preparano sin da bambini è non screditare nessuno in base all’aspetto fisico, al colore della pelle, le diverse lingue, le etnie, le culture di appartenenza… ma ci sono alcuni aspetti che dovrebbero essere gli stessi per tutti: il rispetto dei diritti umani, spesso violato nonostante sia stato riconosciuto dopo l’orrore della Seconda Guerra Mondiale e ciò che Adolf Hitler fece a migliaia di ebrei, omosessuali e tutte quelle altre persone che venivano considerate diverse. Li sterminò tutti solo per l’apparente ed ignorante convinzione che appartenessero ad una razza impura; l’uguaglianza di genere conosciuta anche come parità tra i sessi ossia pari trattamenti per chiunque indipendentemente da ciò che caratterizza una persona culturalmente o religiosamente. Infine la diffusione di una cultura di pace e di non violenza spesso spezzata da atti di terrorismo. Tutti questi aspetti che vengono infranti assumono il termine di “discriminazioni”, aspetti che rovinano il mondo perché nessuno nasce razzista, lo diventa a seconda dell’educazione, o non educazione, che gli viene impartita. Come esperienza personale i miei genitori mi hanno sempre insegnato che non bisogna mai giudicare dall’apparenza e di questo ne faccio tesoro. Spesso, però, le persone associano il colore della pelle, l’orientamento religioso, la sessualità, le diverse culture al “male”, al “cattivo” quando invece non capiscono che pensando in quel modo sono loro che costituiscono il male del mondo. Dobbiamo imparare a vivere tutti sotto lo stesso cielo. |
29 febbraio 2020 | lillisip |
Un azione oggi per migliorare il nostro domani
Un azione oggi per migliorare il nostro domani di enigma20001 scritto il 29/02/2020 Ogni giorno tutti noi dobbiamo confrontarci e lottare con le cattiverie e ingiustizie del mondo.Vediamo come la discriminazione e la violenza, nonostante venga detto che bisogna placarle, vengono giorno dopo giorno alimentati non solo sui social, ma anche in televisione.Anche nel nostro piccolo ogni giorno assistiamo a scene violente e discriminatorie, sta a noi però decidere come comportarci: reagire o fregarsene?Bene, anche se ci verrebbe molte volte voglia di fregarcene, noi dobbiamo reagire.Mi è capitato una volta in un bar di sentire frasi discriminatorie da un gruppo di ragazzi sul barista perché omosessuale e lui ci pativa molto. Non sopportavo più l'idea che una persona doveva essere denigrata e considerata poco "uomo" perché non gli piacevano le femmine: allora mi sono alzata e sono andata da quei ragazzi e gli ho spiegato che cosa vuol dire essere un uomo. Un uomo è colui che è educato, gentile, altruista. Un uomo è colui che non ha paura a dare una mano, ma soprattutto un uomo è colui che non giudica e che no discrimina un altra persona e a me loro uomini non mi sembravano.I ragazzi se ne sono andati via ad occhi bassi e il barista mi ha ringraziato molto. Ancora oggi vado in quel bar e il barista lavora sempre con il sorriso perché ha capito che non tutti giudichiamo solo per l'orientamento sessuale o altro.Questo è stato un mio piccolo aiuto. Se si reagisce senza essere cattivi o violenti, si ha sempre un buon risultato. Noi possiamo cambiare il mondo e il nostro futuro con piccoli azioni quotidiane, perché è dalle piccole cose che nascono grandi cambiamenti. |
29 febbraio 2020 | enigma20001 |
Il bello sta nell’essere tutti diversi
Il bello sta nell’essere tutti diversi di fedeclava scritto il 29/02/2020 Siamo davvero tutti uguali come hanno sempre farci voluto credere?Se davvero fossimo tutti uguali allora perché durante la Repubblica di Weimar essere omosessuali veniva indicato come sinonimo di decadenza?per non parlare di come una volta che i nazisti presero potere furono intensificate le persecuzione nei confronti degli uomini omosessuali tedeschi che finirono nei campi di concentramento perché si pesava che fossero persone deboli, incapaci di combattere per la nazione.Al giorno d’oggi troviamo ancora persone chiuse in quella mentalità in cui l’uomo deve stare per forza con la donna,io mi chiedo perché se una persona è felice con colui o colei che gli sta accanto chi siamo noi per rovinare quella felicità?non siamo nessuno perché quelle persone non fanno del male a nessuno sono solamente felici.Non dobbiamo focalizzarci sulla religione, sull’etnia, sul colore della pelle o sull’orientamento sessuale di una persona perché il mondo è bello proprio perché non siamo tutti uguali |
29 febbraio 2020 | fedeclava |
Le discriminazioni ai tempi del coronavirus
Le discriminazioni ai tempi del coronavirus di unavitaperunarosa scritto il 29/02/2020 E’ una fredda sera di febbraio, mi trovo a viaggiare in autobus quando ad una delle tante fermate sale sul mezzo una donna di mezza età, probabilmente di origine cinese. L’autobus non è pienissimo, io e altri passeggeri viaggiamo in piedi per lasciar sedere chi ne abbia più bisogno, tuttavia rimane libero un solo posto, vicino ad una giovane srilankese. La donna non fa in tempo a sedersi che la ragazza accanto a lei si alza per raggiungere il lato opposto del mezzo. E senza dire una parola quella seduta rimane vuota, l’autobus si continua a riempire ma quella sedia, quel mezzo metro quadro di spazio, quello no.Certi parlerebbero di “Giuste precauzioni” e di “buon senso”. Parole vuote io dico, veli inconsistenti dietro cui nascondere mentalità incartapecorite dall’ignoranza e dalla superficialità. Ma ciò che più di tutto mi stupisce è l’azione della ragazza. Chi più di lei, donna e straniera, potrebbe comprendere il peso della discriminazione e del pregiudizio? Eppure la paura del contagio non l’ha resa diversa da chi la disprezza solo per il colore della sua pelle. La paura, si torna sempre lì, stretti tra le catene delle sue braccia, avvolti dalle braci del suo ventre, sotto il gelo dei suoi occhi. Quando la paura si accompagna alla disinformazione ecco che nascono le discriminazioni, il razzismo, lo sfruttamento, tutto ciò che avvelena la società. Ci sono volute crociate, rivoluzioni, due conflitti mondiali e milioni di morti, per avere riconosciuti davanti alla legge dei diritti e più di tutti il principio di uguaglianza. Nonostante questo le donne vengono ancora pagate meno degli uomini pur svolgendo uno stesso lavoro. Ancora gli immigrati vengono creduti ladri e spacciatori. Ancora ragazzi subiscono bullismo nelle scuole perché pregano un altro Dio. Ancora omosessuali e transessuali fanno fatica ad esprimere la propria identità. E ancora una donna orientale viene isolata su un autobus perché: “è cinese, avrà il coronavirus”. Ma perché è così difficile da accettare che proveniamo da antenati comuni, che abitiamo su uno stesso pianeta e che il nostro cuore batte proprio come quello di chiunque altro? Perché ci ostacoliamo senza tregua? Per dimostrare di essere migliori ed essere nel giusto? E se anche lo fossimo, cosa vinceremmo? Diciamocelo…proprio niente! Ciascuno di noi ha la facoltà di scegliere in cosa credere e come agire, ma è responsabilità di tutti fare il possibile per migliorare il mondo in cui viviamo. |
29 febbraio 2020 | unavitaperunarosa |
Cittadini del mondo
Cittadini del mondo di fraggiano scritto il 29/02/2020 Al giorno d’oggi il tema dell’integrazione è più attuale che mai, infatti sono sempre di più le persone che decidono di emigrare dal proprio paese per trovare condizioni di vita migliori all’estero, non sempre però questo è possibile, infatti sono svariati i casi di immigrati perseguitati solo perché di culture e paesi diversi.In Italia, ad esempio, gli abitanti non sono sempre disponibili e gentili con gli immigrati, anzi la maggior parte della popolazione italiana pensa che gli immigrati siano venuti nel nostro paese solo per rubarci il lavoro e per creare scompiglio.Fortunatamente la situazione non è la medesima in tutti gli stati, The Economist ha pubblicato un grafico dove possiamo vedere i paesi maggiormente favorevoli all’immigrazione, gli stati in vetta alla classifica sono: Spagna, Svezia, Irlanda, Olanda e Portogallo. In essi la percentuale di persone favorevoli all'integrazione supera l’ottanta per cento.Questi sono dati molto positivi, ma non sono ancora sufficienti, bisogna arrivare al punto di non parlare più di integrazione, infatti si dovrebbe capire che non esistono abitanti di paesi diversi, ma esistono solo abitanti di un unico mondo.Quando capiremo che siamo tutti uguali riusciremo ad accogliere nuove culture, religioni e punti di vista diversi dai nostri e magari diventeremo persone migliori.Per me si dovrebbe trattare maggiormente questa tema, magari nelle scuole, ma anche i genitori dovrebbero sensibilizzare i propri figli riguardo argomenti di questo genere, se i bambini delle nuove generazioni crescessero con i giusti valori la società futura sarebbe sicuramente migliore.Spero che un giorno le persone possano cambiare paese senza aver timore di non essere accettati e che inizieremo a trattarci tutti come se fossimo fratelli. |
29 febbraio 2020 | fraggiano |
L’umanità del tempo
L’umanità del tempo di alessiazamparelli296 scritto il 28/02/2020 La condivisione scaturisce nuove idee, nuove esperienze, e diversi punti di vista, che ci portano per un momento lontano dalla monotonia del nostro pensare, e a concentrarci sul mondo ed a osservarlo come singolarità. L'uomo è nato nella collettività, e cresce tuttora in una comunità; siamo fatti della stessa materia delle stelle, eppure ognuno di noi è un universo a sè. Seduta al banco di scuola, talvolta accosto quel momento dedito alla spiegazione ad una immagine che richiama le lezioni dei grandi filosofi di un tempo; ma quel pensatore non è detto che sia l'insegnante. Spesso si rivelano veri maestri coloro di cui non avresti mai preso considerazione, come tuo padre, tua madre, il tuo ragazzo/a... Perfino uno sconosciuto.Alla base di una comunità a scala globale ciò che ci rende partecipi l'uno dell'altro è la comunicazione, che avviene tramite il linguaggio. Personalmente imparare le lingue è fondamentale, ma la teoria da sola non basta: la pratica sul campo è il miglior strumento per poter conoscere e conseguire lo studio di una lingua. Solo a tal punto ci sentiremo capaci e invogliati ad affacciarci al mondo, e a condividere e recepire esperienze di vita.Ma riflettendo sul passato e sul futuro, l'uomo spesso non si esprime in maniera adeguata. Pensando ad esempio all'avvenimento di guerre, che nascono da interessi personali o politici di uomini che guardano a sé o al bene del proprio paese, ma non effettivamente all'intera umanità di cui fanno parte.Bisogna riflettere anche sulle condizioni ambientali attuali: nei decenni scorsi i dati che annunciavano l'inquinamento del nostro pianeta già erano confermati; ma una scarsa condivisione, e una irrilevante considerazione di ciò ha portato ad accorgercene forse troppo tardi. Ora sono i ragazzi che pensano al proprio futuro, talvolta manifestando...La società di oggi dovrebbe occuparsi della loro piena formazione, evitando principalmente la diffusione, già dall'infanzia, di fenomeni discriminatori e di bullismo. Questo perché i giovani potrebbero pienamente rappresentare il passo successivo dell'umanità verso una vita più civilizzata e interculturale, senza incomprensioni e senza conflitti; ma con un unico interesse comune, qual è il progresso scientifico, culturale, e non solo, della nostra civiltà. |
28 febbraio 2020 | alessiazamparelli296 |
La bellezza della diversità
La bellezza della diversità di cielo04 scritto il 28/02/2020 Rispetto dei diritti umani, un concetto che al giorno d’oggi è compreso da gran parte della società.Se ne sente spesso parlare nelle scuole, al telegiornale o scritto sui giornali, e per la mia esperienza sono tanti i campi in cui questi principi vengono rispettati. Basti pensare alla scuola, dove vige l’uguaglianza e si viene premiati in base al proprio impegno e ai risultati ottenuti di conseguenza e non a seconda del colore della pelle. Un altro esempio molto vicino a noi è lo sport, infatti in ogni sport ancora una volta non si premia il vincitore per le sue origini, bensì in base a ciò ha fatto durante la gara o la partita. É infatti importante che il rispetto dei diritti umani, insieme a tutti gli altri valori ad esso associati, non rimangano solo ideologie astratte, ma si trasformino in fatti e azioni concrete.L’uguaglianza, che porta poi a una convivenza serena e pacifica, deve quindi essere alla base del pensiero e del comportamento di tutti, poiché una società dalla mentalità aperta sarà sempre migliore e vivrà meglio di una società che discrimina il diverso poiché lo considera sbagliato. La diversità, infatti, non è altro che la possibilità di conoscere stili di vita che non sono simili ai nostri, tramite il confronto. Quest’ultimo permette un arricchimento culturale del singolo, che quindi apprezzerà le differenze e ne comprenderà i motivi, al posto che fare di esse uno svantaggio. Fondamentale è quindi la convivenza, perché senza una convivenza pacifica si crea un clima di ostilità e divisione tra concittadini di diverse origini. Ciò che infatti penso sia importante ricordare, è che ogni persona, come ogni popolazione e cultura, racchiude un insieme di stili di vita, tradizioni e modi di fare degni di essere ascoltati e confrontati con i propri, al fine di ampliare la propria prospettiva sul mondo che ci circonda.Un’esperienza che mi ha fatto capire l’importanza e la bellezza del conoscere diverse culture è stata il racconto di un amico immigrato in Italia dal Cameroon, in cui ha vissuto per dieci anni, che mi ha spiegato lo stile di vita di quello stato. Sono rimasta affascinata da ciò che ha descritto, poiché ciò che ha vissuto è totalmente diverso da ciò che si sperimenta nel nostro paese e secondo la nostra cultura; ragione per cui è stato appassionante ascoltare la sua esperienza di vita e confrontarla con la mia.In conclusione, l’informazione è sicuramente la chiave per ottenere una società consapevole e rispettosa dei diritti umani, che condivide il valore dell’uguaglianza tra persone di culture anche molto diverse tra loro, comprendendone la bellezza. |
28 febbraio 2020 | cielo04 |
esperienze personali del vivere insieme
esperienze personali del vivere insieme di sickconi scritto il 28/02/2020 Fin da piccolo i miei genitori mi hanno fatto capire l’importanza della diversità, dell’accettare le persone diverse, con usanza diverse.È stato soprattutto grazie a mio padre che da ragazzo faceva e faccio ancora parte di un’associazione:CISV è un’associazione internazionale indipendente, che offre l’opportunità di sperimentare il fascino e la ricchezza delle differenze culturali. L’organizzazione si propone di formare individui capaci di diventare promotori e membri attivi di una società più equa e pacifica, dove coesistano rispetto per i diritti umani e per l’ambiente.CISV crede fermamente, e lo ha fatto credere anche a me, che investire nell'interazione tra ragazzi con background culturali differenti, promuovendo occasioni di confronto costruttivo nel rispetto dei diversi punti di vista, li aiuti a rispettare e comprendere le diversità, riconoscere le somiglianze, sviluppare la coscienza di sé e ridurre così la possibilità di conflitti. Per raggiungere questo obiettivo organizza scambi internazionali, chiamati programmi, che coinvolgono bambini, ragazzi e adulti in opportunità di volontariato uniche in più di 70 paesi nel mondo. Io ho avuto la fortuna di fare 4 diverse esperienze che mi hanno aiutato a sviluppare una sensibilità verso il vivere insieme senza discriminazioni, mi hanno aiutato a saper interagire con persone con culture anche opposte a quella a cui sono abituato. Mi ha aiutato in oltre a saper uscire dalla mia zona di comfort. Come esperienze personali quattro anni fa ho passato un anno in Cina in un villaggio con altri ragazzi e ragazze di 11 nazionalità diversa dalla mia; tre anni fa sono partito per gli stati uniti, due anni fa ho attraversato l’Atlantico un’altra volta per andare in Brasile e quest’anno sono riuscito a realizzare il mio sogno di andare in Giappone. Quest’ultimo è un paese spettacolare con una cultura completamente diversa da quella italiana.Concludendo grazie a questo mi sento molto preparato sull'argomento vivere insieme e accettare il diverso. |
28 febbraio 2020 | sickconi |
L’arte del vivere insieme
L’arte del vivere insieme di catenaccio scritto il 28/02/2020 Dopo la Seconda Guerra Mondiale, una confederazione di 58 Stati votò a favore della pubblicazione della ''Dichiarazione universale dei diritti umani''. Diritti che ogni uomo, in quanto tale, possiede. Ancora oggi, però, nel twenty-twenty, anno simboleggiante il progresso, sono all'ordine del giorno episodi di razzismo e discriminazioni di genere. Pochi giorni fa, in occasione della Giornata della Memoria, è apparsa la scritta ''Juden hier'', ''qui ci sono ebrei'', sulla porta di una ex-deportata nei campi di sterminio, ormai deceduta. E' questo il progresso tanto ostentato dai capi di Stato? E non veniamo fuori con il solito ''E' un caso isolato, lasciamolo perdere'', perché di episodi come questi se ne verificano a centinaia; episodi come questi non sono da passare sotto silenzio, perchè sono gravissimi, e quindi DEVONO essere puniti. Il progresso deve passare innanzitutto dall'arte, esatto, l'arte di vivere insieme, le cui tecniche principali sono il rispetto reciproco, il saper ascoltare l'opinione altrui senza voler per forza far prevalere la propria, l'accettare di far interagire la nostra cultura con le altre, pur mantenendo le tradizioni locali, che garantiscono l'unicità di ogni luogo. Abbattere luoghi comuni, i pregiudizi e la paura di venire a contatto con il diverso, magari trovando punti in comune tra noi e quello che consideriamo ''straniero''. In questo aiuta molto frequentare ambienti in cui si collabora fin da bambini, come la scuola o un gruppo sportivo, dove gli episodi negativi provengono più da spalti e genitori, che dal campo dove i ragazzi giocano incuranti delle 'diversità'. Forse dovremmo tornare tutti, almeno per un po', a vedere il mondo con gli occhi e la mente, incorrotti, dei bambini e prendere come esempio la loro capacità di convivere all'interno della piccola 'società' di cui fanno parte. |
28 febbraio 2020 | catenaccio |
CITTADINI DEL MONDO
CITTADINI DEL MONDO di torreisthenewparis scritto il 28/02/2020 Siamo nel 2020 e la tematica più discussa è l'integrazione,lo stare insieme,la pace e il rispetto verso il prossimo. Molto spesso in Italia sentiamo parlare e parliamo di questi argomenti,facendo però molto poco rispetto a ciò che andrebbe realmente fatto. L'uguaglianza di genere,il rispetto dei diritti umani e la diffusione di una cultura pacifica e non violenta sono le basi fondamentali per stare meglio in una comunità. E'inammissibile che ai giorni nostri sentiamo al telegiornale ancora certe notizie: donne che vengono violentate, persone che vengono insultate esclusivamente per il loro colore della pelle o omosessuali a cui viene fatta violenza per il loro orientamento sessuale . Princìpi come la violenza e il non rispetto non devono appartenere alla nostra società e alla nostra cultura. Essi sono degli ostacoli che vanno abbattuti per continuare a correre in una pista che conduce a una società, purtroppo ancora utopica, giusta. Questi princìpi hanno portato solamente a situazioni di violenza e di guerra. Solo attraverso i valori di rispetto e pace si può sognare una società totalmente pacifica in cui si può vivere senza essere giudicati. Inoltre storicamente valori quale l'integrazione e il rispetto verso il prossimo hanno portato a un arricchimento della cultura di chi viene integrato e di chi integra. Venire a contatto con culture diverse non deve essere per noi motivo di paura,bensì deve essere uno stimolo di curiosità verso persone che pensano e agiscono in un modo diverso da noi. Mi rendo conto che però il nostro paese è da questo punto di vista molto indietro. Spero con il tempo e col passare delle generazioni che si arriverà a quella famosa società utopica di cui parlavo prima. Utopica perché ad oggipensare ad una società pacifica, rispettosa verso il prossimo e costituita da cittadini del mondo interessati al bene comune è solo e solamente utopia. |
28 febbraio 2020 | torreisthenewparis |
Per un mondo migliore.
Per un mondo migliore. di matteolai scritto il 28/02/2020 Salve, mi chiamo Matteo, ho 18 anni e sono un cittadino del mondo.Per essere “del mondo”, e non solo “nel mondo” ho percorso, sin da piccolo, un cammino di ricerca di un'esperienza che potesse trasmettermi dei veri valori, da condividere con la società che mi circondava, nella quale tutti abbiamo un ruolo primario e fondamentale.Continuando questo percorso, ho realizzato che la più grande esperienza ottenibile sia la vita stessa.Durante la mia fanciullezza, crebbi osservando attentamente il mondo che mi circondava e ciò che avveniva al suo interno.Cercai di capire quale potesse essere il mio ruolo nel mondo nella lotta per i diritti dell'uomo, allontanandomi dai luoghi comuni e ponendomi in serena e continua comunicazione con chiunque mi circondasse, senza preclusione alcuna.Quindi, decisi di dedicare gran parte del mio tempo allo studio ed alla condivisione di ideali pacifici.A 12 anni iniziai un cammino che mi mise a contatto con persone di etnie ed ideologie diverse, per comprendere a fondo quale fosse il significato della solidarietà, della comunione, e per vivere e condividere il valore più grande: la pace.Questo cammino fu messo in pratica, anche grazie al volontariato svolto presso la Caritas Diocesana seguendo le orme paterne, visto che mio padre svolge questa attività come professione da svariati anni.La mia conoscenza delle lingue straniere ed il mio vivace interesse, mi permisero di imparare a capire la sofferenza causata dalle discriminazioni, dalle guerre e dal dover fuggire dalla terra natia.Entrai a contatto con varie etnie, con le loro ideologie, i loro usi ed i loro costumi, provenienti dall’Africa, dal Medio-Oriente e dall’Asia.Imparai che, dietro la mera apparenza, siamo tutti uguali e che è doveroso aiutarsi a vicenda.Questa è l'essenza della vita; bisogna conoscere una cultura prima di poterne parlare, senza mai mettersi in condizione di giudizio e creando una società basata su ideologie diverse che si intersecano fra di loro, dove ognuno può esprimere i propri pensieri e le proprie idee senza temere in un gioioso e fattivo intersecarsi.Successivamente partecipai ad un'esperienza relativa alla creazione del Cittadino del Futuro, che mi portò ad un'esperienza durata un mese a Londra, città simbolo della molteplicità etnica.Vorrei visitare la Finlandia per comprendere l’affascinante cultura scandinava.In conclusione, bisogna entrare a contatto con le varie civiltà del mondo, per poterne carpire a pieno l'essenza e per capire come convivere senza pregiudizi e con gli stessi diritti.Abbattiamo queste barriere, per un mondo migliore.Sono Matteo, ho 18 anni e sono un semplice cittadino del mondo. |
28 febbraio 2020 | matteolai |
Imparare a vivere insieme
Imparare a vivere insieme di gabripergo scritto il 27/02/2020 Tutti, quando facciamo qualcosa, abbiamo delle preferenze sul come farlo e qui non si parla di grandi cose, ma di quelle piccole: in generale, per quanto riguarda le questioni grandi, si arriva ad un accordo.I problemi risiedono nelle cose più insignificanti che, per quanto siano poco importanti, rappresentano i punti in cui ci ripariamo; normalmente non perdiamo troppo tempo a riflettere su come arrivare ad un accordo per affrontarle. Questi problemi si manifestano prevalentemente nei rapporti di coppia; infatti, capita che neanche il nostro partner dia importanza a questi "dettagli" e allora i rapporti cominciano ad incrinarsi e noi iniziamo ad arrabbiarci progressivamente, fino a scoppiare. |
27 febbraio 2020 | gabripergo |
Mzansi, una casa arcobaleno
Mzansi, una casa arcobaleno di nelson scritto il 27/02/2020 Il Sudafrica, un posto che mi è rimasto nel cuore. La scorsa estate ho potuto vivere per due mesi immerso in una cultura e in un continente totalmente diversi e nuovi. Con la mia famiglia e i miei amici di Johannesburg ho trascorso momenti indimenticabili, provato nuove emozioni e nuove specialità culinarie, insomma esplorato nuovi orizzonti. Sebbene due mesi possano sembrare pochi per capire una nuova cultura, tuttavia momenti edificanti e coinvolgenti non sono mancati. Dagli scambi di ricette con mia mamma ospitante e le mie compagne di scuola, con cui ho spesso condiviso il pranzo cucinato a casa; ai canti tradizionali accompagnati da danze, intonati dal coro della scuola in onore del Mandela Day (18 luglio); alle lezioni di geografia e turismo, dove ho appreso nozioni e soprattutto un nuovo punto di vista sull’Africa, i suoi problemi e le sue infinite potenzialità; dalle messe cantate e ballate da tutti, celebranti e credenti, nella chiesa anglicana del quartiere; alla gioiosa festa di saluto organizzata dalla mia classe per il mio ultimo giorno di scuola.Sì, posso affermarlo, ho preso il “mal d’Africa”; l’Africa mi è rimasta nel cuore. Nei Sudafricani ho visto sì tanta passata e presente sofferenza, tra povertà e discriminazione, ma anche coraggio, speranza e determinazione a costruire una nuova Nazione, inclusiva per tutti. Sebbene l’Apartheid in Sudafrica sia stato uno tra i più crudeli e vituperevoli regimi razzisti, tuttavia la sua popolazione, Africana, Indiana, Coloured e liberale, non si è mai arresa, ed ha proseguito la lotta per il proprio riconoscimento politico e sociale, per una società giusta e con pari opportunità per tutti. L’esempio più conosciuto, e non per questo meno ammirevole, è stata la vita di Nelson Rolihlahla Mandela. Un esempio di inclusione e apertura agli altri, sempre disposto al dialogo, e fautore della politica di riconciliazione post-Apartheid. Un simbolo del Nuovo Sudafrica.Nel nuovo Sudafrica ho potuto apprezzare la cordialità dei suoi abitanti: chiunque incontri per strada ti saluterà con un “Ciao, come stai?”, anche se non vi siete mai incontrati prima. Qui ho capito veramente l’altissimo valore umano di queste persone e dell’affetto che ti possono dimostrare, sempre pronte a condividere tutto, anche quando hanno meno di te. Qui ho capito quanto l’odio sia ingiustificato, e quanto la paura della multiculturalità sia infondata. In questo Paese mi sono sentito a casa, accolto, come dovrebbe sentirsi chiunque cerchi un nuovo inizio in un nuovo Paese. Qui, nella “Nazione Arcobaleno”: Mzansi. |
27 febbraio 2020 | nelson |
La mia esperienza in Finlandia
La mia esperienza in Finlandia di lia88 scritto il 27/02/2020 Al giorno d’oggi, quando aumentano le sfide globali e le minacce, quali la diseguaglianza, l’esclusione, la violenza e il fondamentalismo aggravati dalle tensioni locali e dai conflitti che minano la coesione dell’umanità, imparare a convivere con tutti i membri della comunità globale assume un’importanza vitale. Imparare a vivere insieme significa sviluppare una comprensione degli altri in uno spirito di rispetto delle differenze, dei valori, del pluralismo, della reciproca comprensione e della pace. In società multiculturali sempre più complesse, le competenze più importanti che possiamo maturare sono quelle che fanno delle nostre differenze culturali un inestimabile valore aggiunto. Le competenze interculturali non sono innate, ma si acquisiscono attraverso l’istruzione e l’esperienza. Per questo motivo è importante avere accesso ad un’istruzione di qualità, formale o non, che permetta di acquisire le attitudini interculturali necessarie per vivere nell'odierno mondo complesso ed eterogeneo. Ciò che più favorisce l’acquisizione di queste attitudini interculturali è il viaggio. Il viaggio permette all'individuo di aprire la propria mente, di conoscere , di comprendere al meglio e di sperimentare con mano propria le altre culture, capendo il vero valore di vivere in società. Un mese fa ho avuto la fortuna di partecipare a uno scambio in Finlandia nel quale ho vissuto per una settimana con una ragazza della mia età. Durante quei sette giorni ho deciso di diventare una vera finlandese e di adattarmi allo stile di vita della mia corrispondente. Questa esperienza mi ha dato l’opportunità di comparare la vita di una sedicenne italiana e di una finlandese e, sebbene le piccole differenze culturali che rendono il viaggio ancora più speciale, ho capito che, in realtà, non siamo così diverse e non nascondo che qualche abitudine finlandese è entrata a far parte della mia quotidianità. |
27 febbraio 2020 | lia88 |
Un posto ignoto, il domani
Un posto ignoto, il domani di chiaraa04 scritto il 27/02/2020 Ogni uomo, sin dall’antichità, ha sempre avuto la necessità di imporsi sugli altri per sopravvivere.Con l’avanzare degli anni l’uomo ha continuato con questa idea della “legge del più forte”, tendendo a sovrastare gli altri ad ogni costo, anche violando i diritti del prossimo.Fortunatamente si sta assumendo una mentalità cosmopolita, aperta alla fratellanza anche con coloro più differenti da noi, con culture che stravolgono i nostri canoni e con lingue molto diverse dalle nostre.Tutto ciò grazie alle innovazioni tecnologiche che ci danno l’opportunità di avvicinarci a comprendere mentalità e costumi di tutto il mondo, accrescendo la nostra voglia di viaggiare e mettere in discussione le nostre conoscenze.C’è da dire che molti sono abituati a non farne buon uso facendosi trascinare da allarmismo online e fake news, con una conseguente paura del "diverso” immotivata: questo fenomeno, infatti, si è registrato recentemente con la comparsa del coronavirus.Le discriminazioni, inoltre, non si limitano al diverso colore di pelle, ma si estendono al genere, maschile e femminile: talvolta, fin troppo spesso, mi capita di sentire persone affermare che l’uomo sia quello forte, che debba proteggere, guidare e perfino sovrastare la donna.Nella mia vita milioni di volte ho pensato a quanto fossero ingiuste queste frasi, dettate non solo da uomini, ma addirittura da donne.Mia madre mi ha sempre appoggiata da questo punto di vista: sin dalla mia infanzia mi dice che una volta adulta dovrò saper gestire la mia vita con il solo sostegno di me stessa, senza dipendere né economicamente, né moralmente da nessuno.Ho conosciuto ragazzi talmente ossessionati dalla vita delle ragazze da volerne prendere il controllo, come se avessero pieno diritto di spingere, urlare, picchiare una ragazza solo per dimostrare forza e superiorità.Per questo sostengo le campagne femministe, e per questo ho partecipato io stessa ad un raduno dedicato alla prevenzione della violenza sulle donne, guidato da un maestro di arti marziali intento ad illustrare mosse basilari di autodifesa, ma anche questo mi ha portato ad una triste riflessione: nel 21 secolo, la donna è nelle condizioni di dover imparare ad autodifendersi per potersi sentire libera e sicura ad amare qualcuno.Ma sono sicura che non sarà sempre così, sono fiduciosa che il domani sia un posto colmo di speranze e cittadini dipendenti unicamente da loro stessi, rispettosi degli altri, sostenitori sia dell’uguaglianza di genere, sia della ricchezza e l'unicità delle culture di tutto il mondo, senza discriminazioni. |
27 febbraio 2020 | chiaraa04 |
Un volo verso il mio cambiamento
Un volo verso il mio cambiamento di niko2003 scritto il 27/02/2020 Sono una ragazza sedicenne e vivo in Italia da tre anni. Questa è la mia storia: a tredici anni, tra pianti e abbracci, dovetti abbandonare la mia famiglia e il mio paese, il Venezuela, che non offriva più le stesse opportunità e la stessa bellezza di prima. È stato difficile per me, una ragazza tredicenne, che non parlava la lingua e non capiva quello che dicevano intorno a lei. E così, dopo tre voli infiniti e due giornate stancanti, arrivai qui in Italia, il paese che mi ha offerto e mi offre ancora tante opportunità da diversi punti di vista. Sono cambiata molto.L’Italia mi ha fatto maturare e mi ha insegnato a reagire a delle situazioni difficili dove, nonostante le tante cadute, mi sono rialzata più forte di prima e ho affrontato tutto sempre con il sorriso sulle labbra e anche grazie all’aiuto della mia famiglia, la quale, fin da piccola mi ha insegnato a non arrendermi facilmente ma a lottare.Ho imparato a convivere con persone diverse e ad ambientarmi ad una città più piccola (Campobasso) visto che avevo sempre vissuto in una grande città. Ho dovuto interagire con una nuova cultura, nuove tradizioni e nuove abitudini, ovviamente non dimenticando mai le mie origini. In Venezuela mi sentivo grande, la protagonista della mia storia, ma appena atterrata qui, ho capito che il mondo non girava solo intorno a quello che conoscevo io, ma che esisteva anche l’altra parte. Ho capito anche che il mondo non è tutto rosa e fiori come lo credevo, ma che nella vita alle mete ci si arriva con la volontà, superando gli ostacoli pian piano.È stato difficile per me integrarmi nei gruppi, ci ho messo tanto proprio perché non era facile trovare delle persone con le quali trascorrere le mie giornate. Dopo un paio di anni sono riuscita a trovare delle persone che, nonostante le nostre diversità, sono riuscite a convivere con me. Il mondo è rotondo, è pieno di persone, ognuna di queste dotate di caratteristiche proprie che ci fanno unici. Ho capito che, alla fine, non siamo tanto lontani l'uno dall'altro, ma che siamo tutti abitanti del mondo e ci troviamo (anche se non ci vediamo) uno a fianco all'altro. |
27 febbraio 2020 | niko2003 |
Un viaggio per imparare il dialogo
Un viaggio per imparare il dialogo di jackbin02 scritto il 27/02/2020 Odio e ostilità nei confronti del diverso sono tornati di moda, anche presso popolazioni che si definiscono più culturalmente moderne e avanzate.Il seme della risposta violenta alberga all'interno del lato più primitivo degli esseri umani che, come si ha modo di osservare quasi quotidianamente, riemerge al minimo pericolo o malessere collettivo, sovente alimentato da chi trae vantaggio dalla diffidenza e dall'instabilità generale.Per poter estirpare la radice di ottusa misantropia e aggressività che da tale germoglio deriva, restano fondamentali l'istruzione al rispetto altrui e l'esperienza diretta di quanto di buono si possa trarre dalla condivisione di idee con persone di differente appartenenza culturale. Quando i due elementi si incontrano si viene a creare una situazione unica, un'occasione preziosa di comprensione e crescita personale.Il caso è quello di un progetto europeo, svoltosi tra ottobre e novembre 2019, a cui hanno preso parte 15 ragazzi e ragazze del Liceo Linguistico "Edoardo Amaldi" di Novi Ligure: un soggiorno di tre settimane comprensivo di lezioni mattutine interamente in lingua inglese negli immediati dintorni di Dublino, in Repubblica d'Irlanda.Oltre alla possibilità di apprendere tratti caratteristici di una cultura e di una storia nuove e approfondire la conoscenza della lingua inglese, il vantaggio peculiare di questo percorso è stata l'interazione attiva e libera con le famiglie che hanno accolto gli studenti durante la loro permanenza e che hanno mostrato, nei momenti di semplice quotidianità, un'apertura e una volontà di reale scambio di idee e considerazioni che dovrebbe essere alla base del concetto di rispetto e uguaglianza all'interno di un contesto di cosmopolitismo o comunque di cittadinanza globale quale si propone di raggiungere l'Unione Europea. Il successo dell'iniziativa deriva quindi dalla semplicità e dalla bellezza di scoprire qualcosa di nuovo, di diverso, di unico e di acquisirlo e al contempo di restituire una parte della propria percezione attraverso il dialogo, che non deve necessariamente essere profondo o filosofico o politicamente impegnato: basta che si riveli autentico, desiderato, vissuto da chi lo mette in pratica.Trovare ciò che rende gli esseri umani simili tra loro in ogni angolo del mondo risulta più naturale di quanto si possa credere, se si usa la parola, un potentissimo mezzo che ci rende uomini e donne, ci differenzia da qualunque altra specie vivente e che troppo spesso viene utilizzato per veicolare sentimenti misantropici e di chiusura mentale ai quali tutti dovrebbero opporsi . |
27 febbraio 2020 | jackbin02 |
Lettera all’umanità
Lettera all’umanità di martinage scritto il 27/02/2020 Il pontefice, Giovanni Paolo II, durante la Giornata per la Pace disse: "La parola di Dio e la testimonianza di Gesù non dovrebbero mai essere utilizzate per giustificare la violenza, l’ingiustizia o la guerra. Riteniamo che il popolo di Dio abbia tradito questo messaggio innumerevoli volte, partecipando, a discriminazioni, guerre e addirittura persecuzioni!”. Disse anche: "Ogni guerra rappresenta una distruzione e non c’è giustizia nella distruzione di vite e beni”. |
27 febbraio 2020 | martinage |
Volontà è forza
Volontà è forza di sezione9 scritto il 27/02/2020 La parità dei sessi,il rispetto dei diritti umani,il raggiungimento di una cultura di pace.Quale tra questi valori,oggi,può dirsi essere stato raggiunto,uniformemente,in tutto il mondo? Pensare che questi appartengano al passato,come se costituissero degli orizzonti per cui molte persone si sono battute,e che noi,eredi della cultura che ci ha preceduto,siamo esonerati dal tutelarli, è un errore inaccettabile. Tutti gli uomini sono cittadini, non cittadini di un paese, ma del mondo. Come abitanti di un unico grande pianeta, dunque, dobbiamo impegnarci nella tutela dello stesso.In quanto cittadino,l’uomo deve partecipare in maniera attiva alla cultura e alla politica,perché ognuno ha il diritto e il dovere di fare la differenza.Quello che accade nel mondo,per molti,rimane un’incognita;molte persone,ancora oggi,vivono in una bolla,isolate dal resto dell’umanità.L’egoismo,però,non può conciliarsi con i valori collettivi.Dobbiamo imparare a relazionarci,a vivere non come individui,ma come parte di una comunità globale.Siamo persone.Siamo complessi,singolari,proviamo sentimenti ed emozioni. Abbiamo il dovere di comprenderci,di capire chi è intorno a noi e di rispettarlo.Imparare a vivere insieme agli altri è il presupposto da cui partire per raggiungere uno stile di vita che tutti,in ugual misura,siano capaci di sostenere.Quale miglior esempio citare,se non quello delle scuole europee?L’istruzione,nella maggior parte dei paesi dell’UE,è portavoce di un messaggio di valorizzazione e tutela della diversità culturale.Ogni scuola rappresenta un luogo di incontro e studio,un’opportunità di formazione e istruzione,che permette a tutti di avere gli strumenti e le competenze necessari per sviluppare idee progressiste.Idee che possano portare un cambiamento nel mondo e che allontanino dall’eventualità di ripetere errori del passato e di permettere una regressione culturale.Non è giusto far riferimento alla dimensione europea ed escludere il resto dei paesi del mondo.Inevitabilmente,ci sono luoghi in cui all’istruzione non viene dato molto peso.Non tutti i giovani hanno le stesse opportunità.La condizione di non parità,non solo si verifica nell’istruzione,ma in molti ambiti della vita della persona.Non possiamo accettare che non tutti possano intraprendere la via della felicità.Dobbiamo evadere da tutto ciò che è motivo di discordia e raggiungere un’armonia che pretenda di essere eterna.Come disse Albert Einstein,“c’è una forza motrice più forte del vapore,dell'elettricità e dell'energia atomica:la volontà".Per cambiare il mondo dobbiamo agire,prendere posizione.Se rimaniamo in silenzio il mondo non cambierà da solo. |
27 febbraio 2020 | sezione9 |
MILLE VOLTI DI UNA RAZZA
MILLE VOLTI DI UNA RAZZA di alexxia scritto il 26/02/2020 "Conosco una sola razza, quella umana". (Albert Einstein) |
26 febbraio 2020 | alexxia |
amici per la pelle
amici per la pelle di loky13 scritto il 26/02/2020 Il mondo è grande e ci sono numerosi popoli diversi tra loro. Sono differenti per la loro lingua, le tradizioni, la cultura, le condizioni di vita e per il colore della pelle. Oggi senza muoverci dal nostro paese abbiamo l’opportunità di conoscere gente diversa da noi, venuta da lontano per cercare una vita migliore, sono persone fuggite dalla guerra o più spesso dalla miseria della loro terra. Il nostro mondo si avvia sempre di più ad essere multirazziale, vivere vicino a popoli diversi non è un pericolo ma è una ricchezza. Per quanto bisogna rispettare i valori, le usanze e i principi degli altri perché non ci sono civiltà o uomini superiori ad altri. Tutti hanno diritto alla vita, alla salute, alla proprietà e all’accesso ai pubblici servizi, ma purtroppo oggi chi arriva nel nostro paese a volte vive disagi culturali e linguistici. Imparare, educare, viaggiare, cercare di capire tutto e dimostrarsi curiosi verso le altre culture serve a vincere l’intolleranza, il razzismo e la differenza verso chi è diverso da noi. |
26 febbraio 2020 | loky13 |
Il dialogo abbatte le differenze
Il dialogo abbatte le differenze di vincenzon04 scritto il 26/02/2020 In vita mia ho affrontato molte sfide tanto ardue quanto proficue e, tra queste, una delle più importanti e formative secondo la mia opinione è stata quella dell'IMUN 2020.Nei due giorni trascorsi al Maschio Angioino e nel terzo al Teatro Acacia, ho dato prova a me stesso, ai delegati del mondo intero, di essere cambiato, di aver arricchito il mio bagaglio culturale tramite questa fondamentale simulazione ONU.Ho affrontato barriere linguistiche, culturali, politiche, religiose, il tutto per giungere a un singolo obiettivo, a una soluzione comune, e ne è valsa assolutamente la pena.Rappresentando lo Sri Lanka, ho dovuto adeguarmi ad una cultura che non mi apparteneva conoscendola, studiandola, capendo le sue scelte e i suoi sbagli ed infine mettendo in pratica ciò che mi aveva insegnato. Non è stato facile, ma più giorni passavano più mi sentivo legato a quella cultura a me estranea e ho promesso a me stesso che un giorno avrei visitato quel Paese tanto affascinante, quella lacrima di terra in mezzo al mare profondo.In veste di delegati di vari Paesi del mondo, infatti, avremmo dovuto dar prova di essere in grado di costruire un futuro migliore, un futuro nel quale le idee di tutti sarebbero state rispettate, un mondo che, purtroppo, ancora non ci appartiene, ma che deve essere più di quell'utopia che ci sembra irrealizzabile.Nonostante ci fosse stato assegnato questo arduo compito, siamo riusciti nel nostro intento grazie ai moderated e unmoderated caucus: nei moderated ci siamo presentati, abbiamo condiviso le nostre idee e la nostra storia come nazione; negli unmoderated, invece, ci siamo conosciuti, abbiamo stretto alleanze e abbiamo stilato una lista contenente i nostri punti in comune. Tramite questi ultimi abbiamo trovato l'amico in chi prima consideravamo nemico dei nostri ideali e, insieme, ci siamo diretti verso quella luce che diventava sempre più viva man mano che gli altri Paesi si univano a noi.Grazie all'IMUN, a quei preziosi amici lì incontrati e al percorso formativo antecedente da me intrapreso, sono sicuro di aver imparato un'importante lezione: tramite il dialogo siamo in grado di abbattere le differenze, muri creati da ciò che non comprendiamo. |
26 febbraio 2020 | vincenzon04 |
Impariamo a vivere insieme.
Impariamo a vivere insieme. di trilly03 scritto il 26/02/2020 Razzismo e discriminazioni sono all’ordine del giorno nella società odierna e non si riescono a ridurre. Il modo più semplice e realistico per comprendere che non bisogna discriminare il “diverso” è immedesimarsi in loro, capendo che uno stile di vita, o un pensiero, diverso dal proprio non deve essere a tutti i costi sbagliato.Vivendo in situazioni diverse da quelle che ci potrebbero capitare quotidianamente possiamo imparare a vivere insieme in modo pacifico.Siccome fino ad ora posso dire di aver viaggiato abbastanza al di fuori dell’Italia, ho saputo conoscere usanze diverse dalle mie. Questo l’ho sentito in maggior modo in Africa siccome le attività quotidiane che svolgono le popolazioni africane sono molto differenti dalle nostre, ma la gente è sempre aperta ad accogliere turisti di qualsiasi genere: questo fa riflettere molto sul concetto di uguaglianza e gentilezza che tutti dovremmo comprendere.Altri viaggi che mi hanno fatto conoscere un’altra cultura sono stati gli scambi culturali con l’Inghilterra: Brighton e York. Queste per me non sono state solo delle vacanze di due settimane e solo un’opportunità per migliorare la lingua inglese, ma una totale immersione in uno stile di vita nuovo. All’inizio risulta più complicato vivere con delle persone “sconosciute”, ma appena ci si abitua, anche se il tempo è poco, non si vorrebbe più tornare a casa! |
26 febbraio 2020 | trilly03 |
Giorgio
Giorgio di area10000 scritto il 26/02/2020 Capelli neri, corvini, a scodella. Sguardo accigliato, scrutante, intimidatorio. Riflessivo, pessimista, drastico. Questa è la mia esperienza nell’ambito di “ imparare a vivere insieme”. Non si tratta di una classe, non si tratta dell’appartenenza ad una città, regione, stato o continente, si tratta di convivere quotidianamente, con il tuo perfetto contrario. Ogni momento della nostra vita è scandito da incontri che ti obbligano a saperti rapportare con le persone, persone che spesso non ti somigliano, che sono “strane”, che non hanno la tua cultura, che sono “diverse”. Chi crede ha fede che tutti siamo nati da Adamo ed Eva, creati da Dio a sua immagine e somiglianza, per la scienza, siamo tutti discendenti dell’homo sapiens sapiens. Che si sia fratelli, o l’evoluzione di una scimmia, entrambe le spiegazioni dell’origine dell’uomo parlano di un unico e comune progenitore, da cui poi ci siamo differenziati, un po’ come fanno le nostre cellule. Nel nostro corpo ogni cellula ha la stessa importanza, se una di esse subisce mutazioni, si infetta, tutta la persona ne risente. Così nell’uomo. Da quell’unico progenitore ci siamo differenziati, è impossibile affermare il contrario. Ma se una delle popolazioni subisce discriminazioni, violenze e soprusi, prima o poi l’intero pianeta ne risentirà. Ogni ambito sociale è intriso di diversità, che ci distingue, che ci caratterizza, che è il nostro più grande bagaglio; il tutto, però, dovrebbe essere amministrato da un profondo senso di rispetto per essa e per ciò che comporta. Nel nostro mondo del 2020, la mancanza di denaro, di diritti, di pace è data da un’abissale carenza di rispetto. È forse la spiegazione più banale, ma è sicuramente la causa principale e fondante dello sfacelo del genere umano. Il prossimo spesso non è qualcuno da cui apprendere, da stimare, rispettare, ma solo una persona da disprezzare, da ignorare. Le peculiarità di ogni persona sono la salvezza dell’uomo, la ricchezza di pensieri, punti di vista di culture. La conformazione del mondo è il primo elemento che induce la diversità interpersonale, la disuguaglianza climatica e dell’ambiente in toto, essa denota una necessaria eterogeneità sociale, affinché tutto possa essere manovrato dall’uguaglianza. Ed è proprio dalla differenza tra uomo e donna che si genera la vita, ed è la differenza tra me e quel ragazzo dai capelli corvini che ha fatto scaturire in me il rispetto che nutro verso la dissomiglianza, verso gli opposti. Lui, quel ragazzo è il più grande esempio di amore e riguardo per il nostro pianeta e per tutto ciò che lo anima. Nel suo sguardo intimidatorio si cela la sua devozione per tutte le cause per il miglioramento della terra |
26 febbraio 2020 | area10000 |
L’uguaglianza nella diversità
L’uguaglianza nella diversità di piccione_viaggiatore scritto il 25/02/2020 Al giorno d'oggi dovrebbe ormai essersi estinto il concetto di diversità e di differenza tra le varie razze;è per questo che le Nazioni Unite hanno tra gli obiettivi oltre quello di uno sviluppo sostenibile(entro il 2030) quello di far avere a tutti i ragazzi delle conoscenza riguardo le differenze tra le razze e le diverse culture, in modo da renderli consapevoli delle cattiverie che avvengono in tutto il mondo.Proprio per queste ragioni l'AEGEE ha promosso un progetto di scambi interculturali, nato nel 1987 che prende il nome di Erasmus, dove i ragazzi viaggiano in altri paesi per conoscere le diverse culture.In effetti bisognerebbe essere consapevoli di quello che accade nel mondo per evitare qualsiasi forma di razzismo e permettere così di creare una società multiculturale dove qualsiasi persona di qualsiasi razza e religione possa vivere liberamente in pace con se stesso e con gli altri.Anche nel calcio ancora oggi sono presenti gesta di offese e cori razzisti; uno degli esempi più celebri lo abbiamo in Italia con il calciatore Mario Balotelli nato a Palermo, che continuamente subisce cori e ululati razzisti; proprio ultimamente in forza al Brescia ha subito dei cori razzisti e lui ha risposto: "Il razzismo non si può cancellare, è come le sigarette:non puoi smettere di fumare se non lo vuoi. E non si può fermare il razzismo se la gente non lo vuole."Concludo invitando la gente a mettersi nei panni delle vittime di razzismo e provare per un giorno ad esserlo, facendo capire così quanto male subiscono quotidianamente queste persone, in questo modo forse si potrebbero ridurre notevolmente le forme di razzismo nel mondo. |
25 febbraio 2020 | piccione_viaggiatore |
La diversità come ricchezza
La diversità come ricchezza di herta_vernello scritto il 25/02/2020 Al giorno d'oggi parlare di diversità, si associa, purtroppo, a qualcosa di negativo. Far convivere persone di diversa provenienza, comporta un mix di culture senz'altro positivo. Spesso la diversità provoca nelle persone un comportamento di esclusione del diverso, tale comportamento è definito razzismo. Questi è piuttosto diffuso e consiste nel manifestare diffidenza e poi disprezzo per persone che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre. Questo comportamento è presente fin da quando esiste l'uomo, sotto diverse forme nelle diverse epoche, ed è comune, ma non normale. Un bambino non nasce razzista, bensì lo diventa se il comportamento di chi lo circonda va nella strada dell'esclusione. La lotta contro il razzismo, contro lo stereotipo negativo di diverso, deve essere un riflesso quotidiano. Non bisogna discriminare le persone diverse, perché una società multiculturale è un arricchimento. Ogni vita merita rispetto perché ciascuno ha la propria dignità che va rispettata e valorizzata nel momento in cui questa ci può trasmettere qualcosa di positivo. "Siamo sempre lo straniero di qualcun altro. Imparare a vivere insieme è lottare contro il razzismo"- Tahar Ben Jelloun |
25 febbraio 2020 | herta_vernello |
QUEGLI OCCHI BLU COME IL MARE…
QUEGLI OCCHI BLU COME IL MARE… di arifurl07 scritto il 25/02/2020 È una domenica di Ottobre.Avevo programmato da tempo una vacanza in Sicilia e finalmente quel giorno è arrivato.Sono appena arrivata a Messina e tra pochi minuti salirò sul traghetto. Sento dentro me che oggi succederà qualcosa, non so se bella o brutta,ma lo sento.Guardo l'orologio ed è ora di salire:mi siedo su una panchina e ammiro la bellezza del mare.Ma ora non sono più sola,penso di non potermi più godere l'alba: si siede vicino a me una mamma: ha in braccio la sua bambina.Le guardo, sono di colore e continuo a guardare verso il mare,ma sento parlare,mi rigiro:è quella bimba che sta parlando, è bellissima,ha due occhi grandi e blu, come il mare che sto attraversando.Quegli occhi parlano, chissà cosa avranno da dirmi.Quella bambina mi guarda ed io le sorrido,mi permetto di prenderle la mano e di stringerla con la mia,non so perché ma mi sento di farlo.La bimba sorride e il mio cuore si scioglie.Com'è possibile che una bimba che non mi ha mai visto prima d'ora, mi stringe la mano?La prima cosa che riesco a sentire è il suo dolore,nient'altro che dolore,un dolore che nessun bambino della sua età dovrebbe provare.La sua mamma mi racconta la loro storia e il mio cuore diventa di ghiaccio:forse si riscioglierà,ma lei mi spiega che ha perso suo marito in guerra e non sapeva come andare avanti.Sto in silenzio,non so cosa dirle, mi sento di stringere a me quel piccolo angioletto,cerco di farle sentire tutto il mio amore.Inizio a farla sorridere,a farla divertire...Il tempo per me si è fermato,non faccio più caso al mare,non mi sono goduta l'alba come avrei voluto,come mi ero promessa di fare,ma ho scoperto qualcosa di nuovo,ho imparato a saper volere bene anche a chi non è come me,a chi è diverso da me solo per il colore della pelle...Ma che importa alla fine se io ho la pelle bianca e tu nera,che importa se io sono italiana e tu africana, importa solo che io posso volerti bene perché io e te siamo fratelli,siamo sulla stessa terra e non c'è alcuna differenza tra noi.Non è un colore della pelle a rendere diversi,ma anche se lo fosse non bisogna avere paura,anzi deve renderci felici perché dal diverso si può solo imparare e ci si può sentire una persona migliore.Che bello evadere dalla quotidianità,anche solo per qualche istante,dalla monotonia ed è bello ancora di più scoprire la diversità.Solo nel momento in cui sto per scendere dal traghetto,mi rendo conto di quanto siano stati belli quegli attimi,di come mi sia sentita importante nell'avere accolto una nuova persona nella mia vita.Do un bacio alla piccola e scendo.Mi giro e guardo il traghetto con le lacrime agli occhi.Ancora una volta la vita mi ha insegnato ad accettare la diversità e a farne tesoro! |
25 febbraio 2020 | arifurl07 |
Imparare a vivere insieme
Imparare a vivere insieme di simone1b scritto il 25/02/2020 Sempre più spesso sia in famiglia che a scuola si affronta il tema sulla convivenza. Per me è importante pensare alla convivenza tra i popoli come un valore fondamentale della nostra società. Dobbiamo sforzarci di conoscere le culture degli altri, la loro storia, le idee religiose, le tradizioni. La conoscenza degli altri arricchisce il nostro bagaglio culturale, e diventa uno stimolo di forte crescita. Purtroppo oggi più volte assistiamo a esempi di indifferenza per le persone diverse da noi e cominciano a diffondersi episodi d’intolleranza se non di razzismo. Gli stranieri vengono denigrati e isolati perché sono diversi o perché si fa fatica a capirli e ciò causa una spaccatura tra i popoli.Mio nonno racconta che tanti anni fa suo padre emigrò in America alla ricerca di lavoro. Si sentiva straniero in una terra straniera facendo fatica per conquistare la fiducia degli altri.Io spero che prima o poi queste situazioni spariranno e che tutti impareranno a vivere insieme. |
25 febbraio 2020 | simone1b |
Supernova
Supernova di selene35 scritto il 24/02/2020 La società odierna è caratterizzata da un profondo egoismo. Si tende a pensare solamente ai propri interessi, senza preoccuparsi minimamente del prossimo. L'egoismo spaventa, viviamo in un mondo (e qui cito Mezzosangue) "dove cane mangia cane". Inconsciamente riteniamo impossibile che determinate problematiche potrebbero toccarci, ma dovremmo renderci conto che quel marchio,(seppur intangibile) lasciato da esse, divampa come un incendio sulla nostra pelle. Questa visione pessimistica, è confermata dai recenti avvenimenti a livello globale che si stanno scaturendo. Siamo spettatori passivi del collasso della nostra società e del nostro pianeta. Un'immensa supernova che esplodendo logorerà tutto quello che per millenni ha costruito la nostra storia. Pezzi di ricordi, fibre di memoria, persi nell'immensità e nella freddezza dello spazio interstellare. |
24 febbraio 2020 | selene35 |
PER AMORE DELLA CONOSCENZA
PER AMORE DELLA CONOSCENZA di settimanale scritto il 24/02/2020 Drin. Un nuovo messaggio. Guardo il telefono. Una notifica da Instagram. Un ragazzo finlandese vuole iniziare a seguirmi. Accetto per curiosità e guardo il suo profilo. Paesaggi magnifici, persone sconosciute e scritte in una lingua che non conosco. Che strano. Dopo poco tempo mi scrive e con l’aiuto del traduttore cerco di capire cosa vuole dirmi. Inizia a farmi domande sull’Italia, sul nostro stile di vita, sulle nostre abitudini. La conversazione diventa interessante e lui si dimostra un ragazzo simpatico, cortese e molto attento. Mi chiede, poi, del rapporto che noi ragazzi abbiamo con la scuola. Lui vorrebbe tanto venire a studiare in Italia, ma le sue aspettative saranno soddisfatte? Cosa può dargli la nostra scuola? Cosa ha dato a me? Spesso dai bambini, viene vista come il luogo dove li costringono a passare intere mattinate, nel tentativo di far apprendere informazioni di cui non hanno interesse. Alle scuole elementari odiavo stare in classe, anche se non ho mai trascurato lo studio, perché contavo più ore passate sui banchi che con la mia famiglia. Solo con il tempo ho compreso l’importanza della conoscenza. Ciò che la scuola ti dà non si limita ad un voto. Ci fornisce gli strumenti per comprendere il mondo e affrontare le difficoltà della vita. Passare dal vedere il mondo con gli occhi di un bambino, ad osservarlo con quelli di un adulto. Viaggiare, ad esempio, cambia completamente sapore. Conoscere i monumenti, la storia, le tradizioni e le lingue rendono qualsiasi posto più affascinante. L’Italia, tra l’altro, è un pozzo di arte. Sono tantissime le città di cui ti puoi riempire gli occhi tra quartieri storici, architetture e bellezze naturali. Il bagaglio culturale del nostro Stato ha pochi, pochissimi eguali. Ho conosciuto molte persone venute qui per studiare o per viaggiare e nessuna di queste se n’è andata insoddisfatta. Certo l’organizzazione, in certi settori, non è perfetta, ma l’essere sempre circondati da arte, in qualsiasi regione, provincia o città tu ti trovi, è una sensazione indescrivibile. È come essere immersi in un quadro. La scuola mi ha fatto apprezzare tutto questo. È stata, inoltre, il primo posto dove ho potuto farmi degli amici. Tra quattro mura e qualche banco si creano legami che dureranno per sempre. Per questo, mio amico finlandese, ti dico sì. Prova questa esperienza di studiare in Italia e non te ne pentirai. Mi sento, però, in dovere di farti una raccomandazione. Studia per amore della conoscenza e per nient’altro. Studia per la tua fame di apprendere. Studia perché vuoi vedere il mondo con occhi diversi. Da quando cerco di comportarmi così, aprire un libro ha tutto un altro sapore. |
24 febbraio 2020 | settimanale |
INTEGRAZIONE NELLA SOCIETA’ NEL 2020: imparare a vivere insieme
INTEGRAZIONE NELLA SOCIETA’ NEL 2020: imparare a vivere insieme di articolodifondo scritto il 24/02/2020 Molte volte, a tutti noi nella nostra vita è capitato di sentire parlare di diritti umani, di uguaglianza e di cultura di pace...ma realmente cosa vuol dire? Secondo me non c’è una risposta giusta e sbagliata ma soltanto opinioni; ad esempio penso che per essere giusti e solidali basti poco, anche solo un gesto. Tutti noi possiamo fare qualcosa per aiutare chi è meno fortunato e renderlo felice. Molte persone non sanno che per fare la differenza e far cambiare le cose basta poco ma bisogna volerlo veramente; secondo la mia opinione è necessario che ci sia parità ed uguaglianza sociale per vivere felici e in serenità. Non riesco a capire come sia possibile che, nel 2020, con tutte le tecnologie e le innovazioni scientifiche che abbiamo a disposizione si senta ancora parlare di violenza, razzismo, mancanza di uguaglianza di genere oppure difficoltà ad accettare chi è diverso per cultura, tradizioni e orientamento sessuale. Io, alle medie, ho avuto modo di confrontarmi con ragazzi di culture differenti, per me questa è stata una grande fortuna, perché ho avuto modo di imparare molte cose da loro e sulla loro cultura. Lo scambio di informazioni, pensieri e opinioni mi ha permesso di arricchirmi e di abbandonare molti pregiudizi che involontariamente avevo acquisito a forza di sentili ripetere. Nel mio caso questo ragazzo, era stato trasferito in classe nostra, era arabo e inizialmente parlava pochissimo, un po’ perché era timido un po’ per paura di essere giudicato; c’è voluto del tempo affinché lui si fidasse di noi e che finalmente capisse era stato inserito in una classe dove nessuno lo avrebbe giudicato solo perché era Marocchino. Con questo mio compagno di classe ho legato davvero tanto e siamo diventati molto amici, così lui mi ha raccontato cose sul suo passato che io non avrei mai neanche immaginato; ad esempio nelle altre classi, in cui lui era stato, alcuni compagni non gli rivolgevano parola perché non era italiano oppure lo ignoravano o lo guardavano con sospetto.Dopo questa esperienza ho capito che se vogliamo che le cose cambino dobbiamo impegnarci concretamente in ciò che facciamo e non usare soltanto bei paroloni o stare con le braccia conserte ed aspettare che il mondo cambi da solo, dobbiamo agire subito o potrebbe essere troppo tardi.A mio avviso, prima di giudicare qualsiasi persona, dovremmo prima conoscerla e darle modo di farsi amare e apprezzare da noi anche se molto diversi per cultura, tradizioni e opinioni.Riflettendo ho capito che senza uguaglianza e parità dei diritti non ci possono essere né amore né amicizia, quindi dobbiamo mettere tali principi al primo posto per avere una società più giusta e integrata culturalmente. |
24 febbraio 2020 | articolodifondo |
AMICI, NEMICI
AMICI, NEMICI di area7000 scritto il 24/02/2020 Faccio salti altissimi. Tutti possiamo farli. Chi alti, chi bassi. Chi veri, che in sogno. Questo l’ho capito grazie ad un ragazzo speciale. Un ragazzo che, come me, forte e fragile, felice e triste affronta la vita. Come in due mondi paralleli, il suo non è il mio. Il mio è il mondo delle persone “normali”. Lui è disabile e non fa ciò che il mio mondo offre ogni giorno. Ma perché? Il mondo è uno. Il mio, il suo è solo un’illusione creata da noi uomini, incapaci di comprendere i veri valori della vita in ciò che è diverso. Il diverso è il nemico. Un nemico che rappresenta il nostro migliore amico. Grazie ad un progetto scolastico ho avuto l’onore di conoscere Iacopo Melio. Con la I, come vuole lui. Iacopo convive con la sindrome di Escobar fin dalla nascita. Ammiro e invidio il suo coraggio a vivere la vita. Tutti dovrebbero conoscerlo, forse solo così capirebbero il vero senso della vita. Non perché cammino su due gambe, perché sono di pelle chiara, perché sono occidentale, sono migliore dei miei nemici migliori amici. Iacopo è spesso una vittima di un mondo aggressivo verso il prossimo. Quante persone ogni giorno sbarcano nei nostri porti, provenienti da terre lontane, povere, dove la guerra è ormai quotidianità. E noi, di fronte alle notizie che vengono divulgate dai media, siamo bravi a criticare rimanendo immobili sui nostri divani. Anch’io l’ho fatto. Tutti, forse, in silenzio, lo abbiamo fatto. Iacopo mi ha fatto capire che è sbagliato ed inutile. Perché non è che offendendo una persona disabile, la sua malattia scompare. Conoscere e rispettare il mondo ci fa apprezzare ciò che siamo, senza che nessuno abbia il diritto di giudicarci. Di giudicare la nostra provenienza o nel caso di Iacopo, il proprio essere. Nel corso della storia l’uomo ha espresso il proprio odio verso i “diversi” in molti momenti, il più significativo l’olocausto. Il razzismo non è oggi un ricordo lontano. L’uomo non ha imparato dal passato, allora si creano il giorno della memoria, visite ai campi di sterminio, sperando che l’essere umano possa capire che la cattiveria e la diabolicità nella storia hanno portato a distruzione. Una distruzione in cui il protagonista è l’uomo. Un uomo fragile, che riversa il suo malessere sugli altri. Grazie Iacopo. Grazie, perché anche per il tuo aiuto, mi sono potuta differenziare da queste persone. Persone che non faranno parte della mia vita, perché amare anche chi è “diverso” è la base per un mondo migliore. |
24 febbraio 2020 | area7000 |
Uguaglianza e unicità
Uguaglianza e unicità di heidi17 scritto il 22/02/2020 Viviamo in un mondo ricco di culture diverse, stili di vita, religioni o quant’altro. Crescendo, misurarsi con queste apparenti diversità diventa fondamentale. È una sfida prima di tutto alla conoscenza. Non possiamo permettere ai pregiudizi e agli stereotipi di limitarci ponendoci di fronte una barriera. Non conoscere significa ignorare, quindi mi chiedo, come possiamo rendere possibile l’integrazione finché ignoriamo tutto ciò che sta al di fuori del nostro quotidiano?Ci sono culture distanti da noi chilometri e chilometri ma la vera distanza è quella che sta nei nostri ideali. Sin da piccoli, un po’ per l’influenza dei genitori o di chi abbiamo frequentato, abbiamo una criticità incatenata da idee che spesso non sono nemmeno le nostre ma le abbiamo sentite da sempre e automaticamente sono diventate il nostro parametro di giudizio.L’esperienza è fondamentale e ci fa conoscere il mondo per ciò che realmente è: una realtà composita fatta di pezzi unici.A soli quasi 17 anni posso dire di non aver viaggiato moltissimo, e così ho capito come non sia necessario prendere un aereo per scoprire il mondo e chi lo abita. Ogni giorno, nella nostra quotidianità, abbiamo la possibilità di confrontarci con chi non la pensa come noi o con chi sembra avere uno stile di vita del tutto diverso rispetto al nostro. La chiave sta nel non stancarsi mai di voler conoscere e venire a contatto con chi avrà sicuramente qualcosa da insegnarci.Arricchirsi di cultura è sempre meglio che farsi la guerra. La violenza può solo dividere, alzare mura e far nascere luoghi comuni in questo mondo dove si è sempre più soliti fare un passo indietro piuttosto che un passo avanti quando si tratta di abbracciare una realtà che sembra non appartenerci.Conoscenza. Esperienza. Integrazione. Queste sono le parole che dovrebbero guidare ogni essere umano.Siamo tutti uguali nella nostra unicità. |
22 febbraio 2020 | heidi17 |
Cooperazione, l’unica strada per una vita migliore
Cooperazione, l’unica strada per una vita migliore di mary89 scritto il 20/02/2020 Recentemente nel condominio dove abito con la mia famiglia si è radicato un profondo ed ostile clima di diffidenza a causa dell’arrivo di una famiglia di origine straniera. Quest’ultima ha dovuto affrontare in silenzio sguardi indagatori ricolmi di sospetto e di timore, come se la provenienza celasse una colpa subdola che deve essere marchiata ed isolata in ogni modo possibile. E’ proprio nei nostri condomini, che dovrebbero essere l’emblema più rappresentativo della condivisione quotidiana, che repulsione, ipocrisia ed intolleranza favoriscono la manifestazione di umiliazioni e velate accuse razziste infondate che, purtroppo, stanno diventando sempre più frequenti, forse come pretesto per normalizzare il rifiuto e l’avversione provati nei confronti di altri esseri umani.Riflettere su questi episodi discriminatori mi ha aiutato a comprendere meglio l’ingiustizia del nostro mondo globalizzato, che è sempre più diviso: una parte ricolma di opportunità ed un’altra dove persone con gli stessi sogni e le stesse abilità sono vittime di tragedie disumane e sono private dei diritti più elementari. E’ inammissibile ed ingiusto il divario tra i Paesi in via di sviluppo dove la preoccupazione primaria è la ricerca della salvezza e dove bambini continuano a crescere senza aver mai conosciuto il silenzio della pace e l’Occidente che non sa porre freno alle sue incontenibili brame che stanno facendo riaccendere odi rimasti a lungo sopiti. L’antisemitismo e l’odio nei confronti delle minoranze perseverano tuttora, poiché sono alimentati dal dannoso combustibile dell’ignoranza, che può essere sostituito solo dal dialogo e dal confronto pacifico. Non è corretto divulgare una falsa immagine utopistica di un mondo ideale privo di ogni forma di intolleranza e dissimulare una conveniente cecità nei confronti delle piaghe che stanno affliggendo l’umanità. Ne consegue che proprio noi giovani non dobbiamo lasciare che le nostre menti vengano corrotte o rinchiuse dalle frontiere dell’individualismo indifferente ed egoistico. Noi giovani, che amiamo misurarci con culture diverse, dobbiamo diventare l’anima del cambiamento che speriamo di raggiungere, senza rimanere passivi ed inerti. Dobbiamo fare in modo che le diversità non siano più sinonimo di divisione, ma al contrario che siano capaci di rappresentare un punto di incontro che favorisca la crescita di ogni individuo. Difatti, sin dall’antichità l’uomo ha compreso che la cooperazione è l’unica via che consente di compiere imprese che individualmente sarebbero irrealizzabili, quasi chimeriche.Libertà,pace e rispetto sono diritti di tutti,non devono essere prerogativa di un limitato gruppo umano. |
20 febbraio 2020 | mary89 |
DIVERSITA’
DIVERSITA’ di bordero scritto il 19/02/2020 Seduta ad un tavolino di Starbucks con un frappuccino al cioccolato, osservo la città più affascinante del mondo: New York. Volgo il mio sguardo al di là del vetro che separa la realtà dal mio sogno momentaneo. Tutto sembra surreale. Come se fossi al cinema e stessi guardando una grande pellicola holliwoodiana. Nella città più cosmopolita del mondo la diversità sembra essere orgoglio e non insicurezza. Persone, ognuna con una identità, ognuna con una storia da raccontare. Nessuno è uguale, ma tutti sembrano avere gli stessi diritti. Ecco cosa è che mi affascina di questa città: la diversità. La diversità è ricchezza. Ma, per molti, è un concetto ambivalente: da un lato suscita preoccupazione e perplessità, dall’altro curiosità e attrazione. Ciò che è simile a noi è infatti più rassicurante, riconoscibile e controllabile ma, nello stesso momento, siamo tutti spinti dal desiderio di fuga dalla normalità. Lo stesso desiderio di viaggiare e di esplorare paesi sconosciuti dimostra come, spesso, bramiamo la fuga dalla quotidianità, per ricercare una dimensione estranea alla nostra comfort zone. Tutti abbiamo bisogno di rompere la nostra quotidianità. Tutti abbiamo bisogno della diversità per celebrare la nostra individualità. Il colore della pelle , il modo in cui si veste, il taglio di capelli non definisce l’uomo né lo descrive. E’ quello che abbiamo dentro, il nostro comportamento, quello che proviamo, a definirci. New York mi ha insegnato che la diversità esiste, è bella. È magnifico fuggire dalla noia della normalità. È straordinario pensare di essere unici. Allora perché continuiamo a guardare il diverso come nemico? È frutto dei pregiudizi, radicati nell’uomo da sempre. I giovani sono vincolati da vari tabù che vanno ad influenzare i loro atteggiamenti. Ci viene sempre insegnato che il rosa è il colore delle ragazze, il blu il colore dei ragazzi. Ma è proprio dalla differenza tra uomo e donna che si genera la vita, la diversità. |
19 febbraio 2020 | bordero |
Siamo piccoli pezzi di un unico puzzle
Siamo piccoli pezzi di un unico puzzle di sezione11 scritto il 19/02/2020 Io dico “no” alla discriminazione, che sia fondata sul sesso, sull’origine etnica, sulla religione o sull’orientamento sessuale. “No” a coloro che considerano diversi un uomo o una donna che si trovano a loro agio nello stare con persone del medesimo sesso. Siamo pezzi diversi di un unico puzzle che costituisce il mondo in cui viviamo e, come tali, siamo diversi per il modo in cui ci comportiamo, per le attitudini che abbiamo, per le scelte che facciamo per essere felici. Abbiamo tanti concetti diversi di felicità e, se un uomo è sé stesso solo con un altro uomo, chi siamo noi per giudicare che sia sbagliato? Per far sì che il nostro puzzle non vada in frantumi, dovremmo imparare a non aggredire gli altri, a preferire le carezze alle offese, perché, spesso, basta un piccolo gesto per far sentire apprezzato qualcuno. Più volte ho sentito persone insultare gli omosessuali, essere brusche, violente nei loro confronti, come se fossero diversi. No, non lo sono sicuramente. Come ciascuno di noi, hanno emozioni, hanno gli stessi nostri diritti e doveri di fronte alla legge, e nessuno dovrebbe permettersi di criticare, trattare male. Abbiamo tutti la stessa dignità e questo vale per ogni cittadino. Genere sessuale, orientamento sessuale, origine, reddito, religione o convinzioni non devono tradursi in una disparità di trattamento. Negli anni, purtroppo, mi sono accorta che, al giorno d’oggi, non in tutte le società esiste ancora questa uguaglianza sociale. Alla scuola elementare, alcuni miei coetanei prendevano in giro, per il colore della pelle, un bambino africano emigrato con la famiglia dal suo paese d’origine. Ma era un bambino che, come tale, voleva godersi la sua infanzia, ridere, correre, cadere e rialzarsi più sorridente di prima. Aveva il diritto di essere trattato come noi, non con violenza verbale. Impariamo ad essere più pacifici con chi ci circonda, all’umanità non serve la violenza. Rispettiamoci, valorizziamo le nostre qualità, amiamoci. Solo così potremo dire che stiamo realmente vivendo insieme gli uni con gli altri e non contro gli altri. |
19 febbraio 2020 | sezione11 |
Vivere insieme: come lo zucchero e il sale gli opposti si attraggono
Vivere insieme: come lo zucchero e il sale gli opposti si attraggono di peps scritto il 18/02/2020 Convivenza tra persone diverse da noi?È come mettere in confronto lo zucchero e il sale, cose che sono cosi diverse tra loro che possono creare un legame speciale grazie alla loro diversità. La stessa cosa vale per noi uomini. Su questa terra siamo più di 7 miliardi di persone molto diverse ma allo stesso tempo così simili tra loro. Viviamo in un mondo dove proviamo molto odio e razzismo verso gli altri solo perché hanno culture e modi di vivere molto diversi dai nostri. Xenofobia? Ne troviamo molta anche oggi per colpa delle notizie che sentiamo al telegiornale e per la società che ci dà un'idea sbagliata sullo straniero, iniziamo ad evitarli e a trattarli come rifiuti e carcasse. Ricordo una volta in cui mi trovai con uno straniero e provai paura per colpa delle notizie che sentii al TG ed ora che ci ripenso mi pento. Quindi io parlo di una mia esperienza personale e allora, solo allora potrò giudicare l'idea migliore per poter star bene con tutti quanti. Siamo tutti diversi noi uomini, veniamo da etnie diverse,abbiamo religioni, lingua, culture e colore della pelle diversi ma quello che unisce tutti gli uomini è il desiderio di ricercare la pace. Solo allora possiamo amare e vivere in pace e sintonia tutti insieme. Questo è quello che penso, gli uomini sono molto diversi tra loro però riescono a trovare qualcosa in comune come lo zucchero e il sale. |
18 febbraio 2020 | peps |
ODIO E AMORE
ODIO E AMORE di pagella scritto il 18/02/2020 Libertà, uguaglianza, diritti, rispetto sono parole che, nel mondo, vengono usate spesso, ma che, soprattutto, vengono abusate. E’ facile affermare che desideriamo una società dove tutti possano essere liberi, rispettando logicamente la libertà degli altri, e dove tutti possano avere le stesse opportunità di una vita migliore e di pace. Questo, però, è un sogno. Nonostante l’esperienza del passato ci sono sempre guerre, razzismo, intolleranza e diffidenza verso il diverso da noi e poco rispetto per la Terra che ci è stata donata. Nel mondo vince l’egoismo, il voler affermare la propria superiorità sul altro, la violenza e, forse, anche la paura inconscia che gli altri siano migliori di noi. Quindi, prima di rivolgersi al mondo dobbiamo educare noi stessi, nel nostro piccolo, al concetto di libertà, di pace, di tolleranza, di uguaglianza e, perciò, al concetto più vasto di amore. E’ la famiglia e la coppia, prototipi in miniatura di una società, il primo luogo dove questi concetti possono trovare terreno fertile per crescere. Purtroppo, è qui, che spesso, invece di trasmettere valori e buoni insegnamenti, scoppia la violenza. Come commentare la notizia che in un solo giorno, in diverse parti d’Italia, si sono verificati cinque femminicidi? Nonostante il progresso culturale, la faticosa parità di genere raggiunta, una persone uccide un’altra con l’alibi dell’amore. Come si può amare e uccidere allo stesso tempo? Forse l’uomo, non solo ha paura che la sua donna lo abbandoni, ma teme anche di perdere la sua presunta posizione di superiorità. A lui non hanno insegnato il vero significato di uguaglianza, di rispetto, di amore. Un uomo che non rispetta una donna non può aspirare a una società giusta, libera e uguale. Il suo comportamento inumano e tradizionalista è contro la democrazia ed è frutto di ignoranza e arroganza. Sicuramente questo lo porterà a non capire gli altri, ad esempio gli immigrati, ad avere paura, a non riuscire a vivere con gli altri, con i “diversi” da sé e a riconoscere agli altri i suoi stessi diritti. In conclusione un uomo che non ama gli altri non può aspirar a vivere e convivere con loro. |
18 febbraio 2020 | pagella |
LA PSICOSI CHE COLPISCE L’UNIONE
LA PSICOSI CHE COLPISCE L’UNIONE di area8000 scritto il 18/02/2020 Una normalissima fredda mattina di Gennaio. Mi sto preparando, di fretta. Non vorrei fare l’ennesimo ritardo a scuola.L’aria gelida proveniente dai campi attorno mi debilita. Naso rosso, occhi socchiusi. Ripenso all’estate, al calore dei raggi del sole, alle onde del mare condivise con amici, parenti. Entro in classe, poso la cartella cautamente. Altrimenti avrei sottoposto l’arancia portata da casa alla pressione dei libri. Stessa pressione che, da quel giorno, ho sopportato e portato. “Hai sentito? C’è un virus cinese”. “ È già morta gente”, dicono.Dei Cinesi già parlavano male: sporchi, lavorano giorno e notte, mangiano di tutto... parole fondate sul vuoto. Evidentemente questa è stata la conferma. Bisogna tenersi lontani dai Cinesi.Giorni. Settimane. Le morti aumentano, quella uguaglianza, quel rispetto reciproco sembra sia sparito. Assurdo come, quando si parla di salute personale, molti si lascino andare all’ignoranza, ad una psicosi psicopatica. Tutti mi chiedevano come stessi, “Stai bene?” oppure, “Da quanto tempo non torni in Cina?”. Ero la pecora nera, l’individuo diverso e pericoloso della popolazione.Tra comode coperte e cuscini soffici, mi accingevo nell’intrattenermi attraverso i social, quando salta all’occhio un video. Una persona, mia conoscente, cinese. Davanti al Duomo di Firenze. Reggeva un cartello, “Non sono un virus” c’era scritto. Bendato, abbracciava persone che ricambiavano l'abbraccio. Mi impressiono nel vedere quante persone, spontaneamente, entravano in contatto con lui. I pregiudizi nascono forse da altri pregiudizi. Anch'io probabilmente ne avevo. Ho capito che è importante notare il lato positivo dei fatti. È importante non dare spago alle cattiverie, alle persone che attaccano, che dividono. Ho notato quel supporto, quella coesione che prima non vedevo. Tutti mi erano vicini. Mi chiedevano dei miei parenti, se stessero bene. Si preoccupavano per qualcuno dall’altra parte del globo. Mi facevano sentire, provare quel calore di sentirsi una comunità, non allargata nei confini italiani, ma allargata nei confini mondiali. Perché i pregiudizi sono barriere. |
18 febbraio 2020 | area8000 |
Tutti dovremmo essere femministi
Tutti dovremmo essere femministi di irisf scritto il 17/02/2020 "Napoleone e Mussolini insistono tanto enfaticamente sull'inferiorità delle donne, perché se esse non fossero inferiori, cesserebbero di ingrandire loro. Questo serve in parte a spiegare la necessità che gli uomini spesso sentono delle donne[...](Virginia Woolf, “Una stanza tutta per sé”).Era il 2 giugno 1946, quando per la prima volta le donne, in Italia, espressero la loro opinione attraverso il voto, fino ad allora il loro ruolo era sempre stato sminuito.Sono passati quasi 74 anni da quel giorno, eppure, ancora oggi, la donna è sottomessa, si parla ancora di violenza, di femminicidio, nei paesi più orientali di "infibulazione"; com'è possibile che la mentalità dell'uomo non sia cambiata?Nel corso della storia molte donne si sono battute per i propri diritti, per i diritti di tutte, hanno perso la vita dicendo la loro, dimostrando di avere le stesse capacità di un uomo e ancora dobbiamo lottare per la parità di genere, parità che non c'è. In Italia, nel 2018 i femminicidi sono stati 142, dal 2000 a oggi le donne uccise in Italia sono 3.230, di cui 2.355 in ambito familiare e 1.564 per mano del proprio coniuge/partner o ex partner. Una donna non può morire per gelosia, una donna non può morire perché un uomo non accetta di essere lasciato o per una sua paranoia.Dal sito dell'ansa risulta che resta in Italia poi le donne che hanno subito violenza almeno una volta nella vita rappresentano in numero la somma della popolazione di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo messe insieme, di cui la maggior parte consumate tra le mura domestiche e che, in molti casi, sono state vissute in presenza di bambini e bambine. Oltre 6 milioni le donne vittime di violenza in Italia, e in 8 casi su 10 (contro i 6 su 10 a livello globale) queste donne muoiono per mano di un partner, ex partner o familiare.Una delle cose peggiori è che alcuni di questi uomini sono ragazzini.Non è possibile che nel 2020, in un mondo moderno, l'unica cosa di moderno sia la tecnologia e che la mentalità sia rimasta la stessa del medioevo.E tornano in mente le parole di Rula Jebreal pronunciate sul palco dell’Ariston:"Parlo agli uomini: lasciateci essere quelle che siamo, madri, casalinghe, in carriera. Siate nostri complici indignatevi insieme a noi […] Domani guardate pure come eravamo vestite noi donne a Sanremo, ma che non si chieda più a una donna stuprata come era vestita. Non vogliamo più avere paura, essere vittima, essere una quota. Lo devo a mia madre, a tutte le madri, e anche a me stessa, alle nostre figlie, alle bambine: nessuno può permettersi di toglierci il diritto di addormentarci come in una favola”. |
17 febbraio 2020 | irisf |
Accettare gli altri
Accettare gli altri di edizione scritto il 17/02/2020 In questo periodo sembra che vivere insieme, senza pregiudizi e discriminazioni, sia diventato particolarmente complicato.Nonostante lo stare tutti insieme dovrebbe essere un principio del nostro essere cittadini di uno stesso pianeta chiamato Terra, sembra che convivere appaia come qualcosa di quasi inaccettabile.E' come se l'approccio con nuove culture non sia visto come un bene, bensì ci rassegniamo all'idea che questo sia un male.Non dovremmo limitarci a giudicare le altre culture, anzi dovremmo capirle e perché no, appassionarci e scoprire nuovi aspetti di ciò che ci circonda.A proposito di questo tema mi è capitato di fare, grazie ad un progetto organizzato dalla scuola, uno scambio culturale in Austria.Insieme ad altri ragazzi, sono andata, anche se solo per una settimana, in un piccolo paese austriaco, Sankt Georgen an der Gusen, dove sono stata ospitata a casa di una ragazza che ha la mia stessa età.Grazie a questo progetto ho visto nuovi posti come Vienna o Linz, ho visitato il campo di concentramento di Mauthausen, dove ho appreso molte cose, ma soprattutto ho conosciuto una nuova cultura che, anche se molto simile alla nostra, ha dei particolari che la contraddistinguono.Vivere a stretto contatto con una famiglia che, oltre a parlare un'altra, ha anche abitudini diverse, è un po' strano, su questo non ci sono dubbi, ma allo stesso tempo è la cosa più bella che possa capitare.Oltre ad aver imparato molte cose a livello scolastico sono certa di aver anche imparato a convivere meglio con gli altri, ho fatto amicizia non solo con Eva, la ragazza che mi ha ospitato, ma anche con gli altri ragazzi austriaci, ho visto come una persona che neanche ti conosce, che non sapeva chi fossi fino a pochi minuti prima, possa accoglierti a braccia aperte facendoti sentire a casa.Quindi, perché quando qualcuno viene in Italia per essere ospitato non viene trattato bene ma è come se fosse escluso dalla società?Non dovremmo continuare ad essere uno contro l'altro, a disprezzare quelle persone che sono diverse da noi o la loro cultura, invece dovremmo essere tutti uniti e magari, lottare uno a fianco all'altro per una tematica che accomuna tutti come l'ambiente, e che dovrebbe farci riflettere molto su quanto siamo ignoranti a giudicare persone come noi al posto di aiutarci a vicenda. |
17 febbraio 2020 | edizione |