Nell’ambito del progetto dell’Osservatorio sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca, promosso dalla Fondazione Intercultura, prende il via: “Imparare a vivere insieme", il concorso riservato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado degli istituti di tutta Italia iscritti al progetto “Repubblica@SCUOLA”. Gli studenti partecipanti al concorso dovevano preparare un elaborato sul tema: “Imparare a vivere insieme".
Lo studente o la studentessa che produrrà il migliore elaborato parteciperà a un soggiorno scolastico di una settimana in Finlandia nel corso del mese di maggio 2020, accolto o accolta da una famiglia di volontari dell’Associazione Intercultura locale e con la possibilità di frequentare alcune lezioni in una scuola.
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IMPARARE A VIVERE INSIEME
Titolo | Data | Autore |
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IMPARARE A VIVERE INSIEME
IMPARARE A VIVERE INSIEME di moncherie scritto il 27/01/2020 "Imparare a vivere insieme" è apparentemente un concetto semplice ma sinceramente penso sia ancora un desiderio utopico. Imparare a vivere insieme implica rispetto reciproco, accettazione del "diverso" e uguaglianza. Siamo nel 2020 e credo che questi elementi non siano ancora chiari alla maggior parte delle persone; è molto triste vivere in un paese dove episodi di discriminazione per religione, razza, appartenenza sociale e violenze su donne e bambini sono ancora al centro della nostra quotidianità. Forse molte persone non si pongono questo problema ma basta ascoltare la radio o il telegiornale per rendersene conto.Qualche giorno fa al telegiornale hanno mandato un sevizio su una scuola di Roma che divideva gli alunni in base al loro ceto sociale: inutile dire che è una cosa assurda.La scuola è il primo luogo dove noi ragazzi impariamo a vivere gli uni con gli altri, ma come facciamo se succedono queste cose?Bisogna abbattere tutti gli stereotipi, nati dall'ignoranza, che ci creano delle barriere davanti ai nostri occhi, che non ci permettono di vedere le cose nel modo in cui realmente sono.Guardiamo nel passato della storia umana e cerchiamo di non commettere gli stessi errori.Georg Wilhelm Friedrich Hegel diceva:"Ciò che l’esperienza e la storia insegnano è questo: che uomini e governi non hanno mai imparato nulla dalla storia".Quindi noi impegniamoci a creare un mondo dove tutti siamo uguali e liberi. Dove nessuno debba aver paura di potersi esprimere. |
27 gennaio 2020 | moncherie |
UTOPIA
UTOPIA di eskereee scritto il 27/01/2020 Vivere insieme. Molte persone pensano sia facile mentre altre meno; secondo me tutti sono capaci di vivere e stare in mezzo ad un gruppo di persone ma ciò che è davvero difficile è starci in armonia, senza sentirsi a disagio o giudicati. Sembra quasi un'utopia.La verità è che ciascuno di noi è diverso dall'altro, ognuno ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma siamo tutti parte di un unico gruppo, siamo tutti essere umani.Ciascuna persona ha dei diritti ma purtroppo nella storia sono stati calpestati e la cosa che più mi rattrista è che ciò succede pure ai giorni nostri. Si sentono spesso notizie di uomini costretti alla guerra, di donne i cui diritti vengono violati ogni giorno. Si pensa di essere nell'era moderna ma allora perché si sente parlare di odio verso culture diverse? La risposta non la so.Sento spesso dire "siamo tutti cittadini del mondo" ma di fatto non lo siamo. Tutto questo disprezzo che vedo e non comprendo non ci permetterà mai di vivere davvero insieme.Ho la fortuna di essere circondata ogni giorno da persone con cui sto bene ma sapere che esistono essere umani succubi di violenza fisica e psicologica perché ritenuti diversi mi fa riflettere sull'ignoranza delle persone.Ciò che fa male è anche l'indifferenza: se ciascuno di noi si impegnasse davvero ad appianare i pregiudizi e le cattiverie potremmo essere davvero cittadini del mondo. Saremmo aperti e di fatto più uniti, rispettando culture magari differenti dalla nostra.Sono consapevole del fatto che tutto ciò è difficile se non impossibile, ma credo nelle persone e nella loro intelligenza: prima o poi saremo capaci di vivere davvero insieme. |
27 gennaio 2020 | eskereee |
IMPARARE A VIVERE
IMPARARE A VIVERE di rrichardd scritto il 27/01/2020 Imparare a vivere...è questo che dobbiamo imparare a fare. Noi ragazzi molte volte tendiamo a emulare la strada dei nostri genitori, ma loro sanno vivere?Secondo me no o, perlomeno, non insieme. Molte volte mi capita di incontrare uomini con una mentalità talmente chiusa da far rabbrividire, uomini che non hanno rispetto per la vita altrui, uomini che non hanno rispetto per i sogni di coloro che, meno fortunati, non possono realizzarli.Sono questi gli uomini che non colgono i valori di ogni persona, tutti ne abbiamo uno, uno diverso dall'altro ed è bello così. Perché alla fine vivere insieme è vivere in un mondo pieno di colori, in cui tutti sanno collaborare portando ad efficacia anche i difetti altrui.Spesso non ne sono stati capaci coloro che furono i "grandi", se cosi si possono chiamare, della storia; loro però avevano la mente offuscata dal desiderio di conquista e ricchezza. Noi non abbiamo tali pretese, eppure ancora non capisco tutto quest'odio a volte ingiustificato.Mi è capitato di assistere ad una scena terrificante, in uno scenario quotidiano: il bus. La corsa del bus si stava ripetendo abitudinariamente come tutti i giorni, quando salì sul bus un uomo africano. "E quindi?!" ci si potrebbe chiedere. L'uomo non aveva nulla di sbagliato, aveva pagato il biglietto e come tutti i presenti stava ritornando a casa. Mi correggo, voleva ritornare a casa, perché l'autista, un uomo burbero, non glielo permise soltanto perché aveva un colore della pelle differente...Non voglio neppure raccontarlo.Sono giovane e so di non aver avuto molte esperienze, ma quelle che ho avuto mi hanno permesso di formulare una mia ipotesi: coloro che sanno vivere insieme sono i bambini.I bambini hanno una spensieratezza tale da volere sempre confrontarsi con curiosità con un mondo diverso, con costumi e usanze differenti da quelle del proprio paese natale, perché più divertente.Mi ricordo di una mia amica: Audrey. Proveniva dalla Costa D'Avorio e non parlava italiano. Eravamo diventati due grandi amici pur non riuscendo a capirci a vicenda, ma non era quello il problema anzi forse era proprio perché eravamo così diversi che la nostra amicizia nacque.Ecco. Con lei ho imparato a vivere...a vivere insieme. |
27 gennaio 2020 | rrichardd |
La diversità stà nelle piccole cose
La diversità stà nelle piccole cose di billy3 scritto il 27/01/2020 Come sappiamo tutti, il mondo è fatto da equilibri e quando quegli equilibri che ci siamo creati intorno a noi vengono rotti, anche solo un minimo, noi reagiamo in modi totalmente diversi.Questo equilibrio può essere formato e rotto da diverse situazioni, persone, cose, ma sopratutto dallo stile che noi assumiamo durante la nostra crescita, dalle scelte che facciamo e che faremo durante la nostra vita.Molte volte questo equilibrio viene rotto da delle persone diverse da noi.Ma noi in verità cosa ne sappiamo della diversità? Usiamo questa parola per indicare una persona quando non ha le nostre stesse caratteristiche.Mi è capitato molte volte di trovarmi in situazioni del genere e di essere chiamata diversa solo perché non seguo gli ideali di ragazza che il mondo ha imposto sulla nostra generazione o perché ho un problema di capacità dell'apprendimento ( come nel mio caso: ho un DSA, un Disturbo Specifico dell'Apprendimento). E in quell' istante, quando mi insultavano perché ero diversa da come erano loro, mi sono chiesta perché? Perché queste persone trattano la diversità in questo modo? Perché non riusciamo a capire che tutti siamo utili per formare il nostro necessario equilibrio interiore e che nel mondo di oggi serve vivere insieme? |
27 gennaio 2020 | billy3 |
NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI
NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI di bfal223 scritto il 27/01/2020 Molte volte, specialmente quando qualche avvenimento mi indigna, penso a quante ingiustizie ci siano nel mondo. Il solo pensiero mi fa rabbrividire molto più di quanto faccia un inverno gelido.Pur non essendo una ragazza dal cuore di miele mi piacerebbe che le moltissime ed enormi differenze nell'universo venissero colmate dall'amore e dal rispetto: chiaramente so che ciò è a dir poco impossibile, ma vorrei che almeno ci avvicinassimo a questo ideale utopico. Come diceva Platone si desidera sempre ciò che si sa di non poter avere… quanto è vero!Per tali motivi non sono mai restata indifferente a atti di odio . Rendermi utile ed aiutare, quando possibile, mi fa sentire viva. Un po' come quando sei sulla giostra più alta del luna park e guardando sotto, col vento tra i capelli, senti un vuoto nello stomaco.La mamma mi ripete spesso che prima o poi mi caccerò nei guai o tornerò a casa con un occhio nero. Questo perché non sono passiva e le sfide mie e degli altri le affronto sempre in prima linea, prendendo posizione.Molte volte ho assistito a episodi di odio. Ma alcuni in particolare mi hanno segnata profondamente, forse perché sono donna e forse perché le battaglie del genere femminile sono anche e soprattutto le mie. È incredibile che nel XXI ancora si debba parlare di diritti di genere? Secondo me lo è. Ma prima di irritarvi lasciate che vi spieghi ciò che capita a noi ogni giorno. Solo dopo poterete dirvi davvero scioccati.Non pensiate che gli atti di violenza siano limitati al femminicidio o alla violenza domestica. Essi, in realtà, sono nella vita di tutti i giorni, magari sono impercettibili ma fanno male quanto schiaffi sul viso.Sentirsi fuori posto, sentirsi schernite, capita di continuo.Quando un ragazzo fa una battutina sminuendo il tuo sesso.Quando danno la colpa a te solo perché sei donna.Quando ti dicono che non sei in grado di fare nulla se non cucinare e pulire casa.Quando ti invitano caldamente a non aprire bocca perché sono questioni che riguardano solo uomini grandi e forti.Quando giustificano o restano indifferenti a questi accaduti.Quando lo stipendio tra te e il tuo collega è nettamente differente.Quando affermano che piangere è da femminuccia (come fosse una cosa sempre negativa).Quando ti definiscono mentalmente instabile perché troppo passionale e lunatica.Non sono cose da niente, non sono scherzetti simpatici: la violenza si manifesta in ogni momento e in ogni forma .L'indifferenza permette che essa aumenti e diventi sempre più difficile da combattere… |
27 gennaio 2020 | bfal223 |
La parte migliore di ognuno di noi
La parte migliore di ognuno di noi di gomera scritto il 27/01/2020 Come sappiamo, vivere insieme è difficile perché, purtroppo o per fortuna, siamo tutti diversi l'uno dall'altro.Il nostro pianeta è pieno di diversità, che a parer mio esistono per un motivo: accrescere il nostro bagaglio culturale sia a livello formativo sia principalmente a livello educativo, per poter diventare individui migliori.Se il mondo fosse pieno di soggetti con tali principi non ci sarebbero problemi ma, visto che vogliamo sempre complicarci la vita, purtroppo non è così.Io mi reputo una persona molto aperta, probabilmente anche grazie all'educazione che ho ricevuto dai miei genitori: mi capita spesso di dover parlare con persone di altre nazionalità e questo non mi provoca nessun tipo di problema.Quest'estate ad esempio ho lavorato in un B&B e ho incontrato moltissimi stranieri: devo ammettere che parlare con molti di loro è stato molto meglio che parlare con certe persone della mia nazionalità, perché grazie a loro mi sono accorta dell'esistenza di molti specifici tratti di personalità.Con questo voglio far comprendere al maggior numero di gente possibile, che non conta di che nazionalità tu sia, o di che colore tu abbia la pelle: l'importante è far capire al resto del mondo la persona che sei realmente, quella parte di te che non sempre vuoi far vedere per paura che qualcuno ti possa ferire.Perché, per poter vivere tutti insieme, prima o poi qualcuno deve cominciare a farsi vedere per quello che è realmente e per farlo bisogna avere coraggio: io in prima persona so cosa voglia dire aver paura di esprimere il proprio parere per timore di non essere accettati ma so anche che, dopo aver trovato il coraggio di parlare, si sta molto meglio sia con se stessi sia con gli altri.Infine, volevo dire che ho chiamato il mio articolo così perché, se ognuno di noi mostrasse la sua parte migliore a tutte le persone che incontra, potremmo vivere, citando il noto film musicale diretto da Robert Wise, "tutti insieme appassionatamente" e quindi potremmo convivere in un mondo dove ognuno potrebbe vivere liberamente senza vergognarsi di nulla. |
27 gennaio 2020 | gomera |
Un unico, grande gruppo: l’umanità
Un unico, grande gruppo: l’umanità di mlsvg scritto il 26/01/2020 Un tema molto delicato di cui discutere è la convivenza tra noi umani.Siamo tutti diversi tra noi, ma c’è chi viene considerato tale più di altri.Sono molti i pregiudizi e le paure che spesso portano a dire o fare cose spiacevoli.Uno dei grandi problemi è l’influenza che gli adulti hanno su ragazzi e bambini. I giovani tendono ad ascoltare i grandi considerandoli maggiormente dotati di esperienza e di conseguenza con più conoscenze, a volte tralasciando di formarsi un proprio pensiero e dando per scontato che quello degli adulti sia giusto.Mi è capitato, un paio di anni fa, di vedere un gruppo di ragazzini, sui 12 anni circa, che prendevano in giro un ragazzo della loro età, di colore, incitati da un ragazzo più grande, probabilmente fratello di uno di loro. È stato veramente deludente e imbarazzante vedere un ragazzo approfittarsi dell’ingenuità e della scarsa capacità di giudizio tipica dei bambini. Fortunatamente sono poi intervenuti degli adulti.Non è scontato tuttavia che qualcuno sia intervenuto in una situazione del genere. Spesso nessuno fa niente, si sta semplicemente a guardare.Non bisogna dimenticarsi che facciamo sì parte di un grande gruppo, ad esempio quello dei bianchi, ma il macrogruppo a cui apparteniamo è quello degli esseri umani, dotati di parola, pensiero, movimento, composti dagli stessi organi. Cambiano gli atteggiamenti e i modi di essere oltre che di pensare ma questo avviene anche tra due persone dello stesso colore, dello stesso paese e con le stesse idee religiose. Ognuno di noi ha una mentalità differente e questo va capito per riuscire ad imparare a convivere.Ma il problema non è solamente il colore di pelle o la religione a cui si appartiene, il problema è anche il rispetto che si ha nei confronti di persone nate con disturbi specifici, come ad esempio la sindrome di Down.Quando ero alle elementari, in una classe di bambini più piccoli, c’era una bambina, Alice.Questa bambina era affetta da una sindrome particolare, simile alla sindrome di Down. Mi ricordo che, all’ intervallo, nessun bambino della classe voleva stare con lei, tutti andavano a giocare per conto proprio lasciando lei da sola. Non lo facevano con cattiveria ma senza pensarci, avendo in mente solo di divertirsi.Io e le mie amiche un giorno siamo andate da lei per tenerle compagnia e abbiamo scoperto che era una bambina fantastica, gentilissima, educata, simpatica e intelligente. Da quel momento in poi abbiamo passato gli intervalli con lei fino a fine scuola.Bisogna smettere di giudicare, imparare a confrontarsi e aprire la mente. |
26 gennaio 2020 | mlsvg |
Ogni uomo è un mondo prezioso
Ogni uomo è un mondo prezioso di fr4nc3ska scritto il 26/01/2020 Legge,diritto,giustizia.Se consideriamo la storia delle nostre istituzioni possiamo rintracciare un filo rosso che tiene unite le dimensioni della legalità e della civiltà giuridica:il rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali della persona.La storia dei diritti umani ha radici risalenti nel tempo ma ciononostante fragili,vista la facilità con la quale è agevole sradicarli.Nonostante,io sia nata in Italia da genitori stranieri,che vivono ormai qui da più di vent’anni,mi sono sempre sentita fuori luogo.Ogni giorno noi stranieri siamo chiamati a misurarci con il “razzismo”.Essere straniero significa anche sentirsi straniero, una condizione permanente che influisce costantemente sul tuo modo di essere.Per certi versi si dovrebbe parlare di una “cittadinanza a metà”,ovvero di cittadini che non appartengono più al Paese d’origine ed allo stesso tempo non saranno mai cittadini nel Paese ospitante.In compenso avranno sempre il peso di doversi “comportare bene e meglio degli altri” perché non sarai mai più giudicato per la tua singola azione, ma per quella di un popolo intero e il comportamento del tuo popolo sarà il tuo. Gli stereotipi ti precederanno sempre.Alla luce di queste considerazioni ritengo che dovremmo imparare che,prima di tutto,le persone chiedono comprensione e solidarietà;queste possono essere date anche se le nostre idee e i nostri valori sono diversi.Vorrei un mondo in cui donne e uomini possano essere liberi di amare chi vogliono perchè l'amore può essere omosessuale,multietnico e tutti gli aggettivi che volete darli,purché non sia mai violento.In merito a questo vorrei analizzare il caso delle“Strefa wolna od lgbt”letteralmente zone libere da lgbt.Ci troviamo a Swidnik, comune nel sud-est della Polonia dove lo scorso 17 maggio,sono state istituite queste zone franche dove non si può professare quella che il maggiore partito polacco di destra Prawo i Sprawiedliwość(che traduciamo come Diritto e giustizia)definisce “ideologia lgbt”. Zone che, soprattutto, ricordano tanto l’espressione tedesca Judenfrei, “libero dagli ebrei” usata dai nazisti durante la Shoah.Nonostante questo,credo ancora in un mondo di coesistenza e apprezzamento dell’unicità di ogni singolo,anziché di rifiuto di chi non si omologa alla norma.Questo sarebbe possibile se ci educassimo tutti ad apprezzare l’apporto che ognuno dà gratuitamente alla società grazie alla sua specificità.Torniamo a stimolare la nostra curiosità insieme alla nostra sensibilità, rendiamo questi temi non solo politici ma del cuore perchè ogni uomo è davvero un mondo prezioso e complesso, sempre da rispettare e, se si può, da aiutare. |
26 gennaio 2020 | fr4nc3ska |
dalla birra ai taralli, la cannabis a tavola
dalla birra ai taralli, la cannabis a tavola di giuseppea scritto il 25/01/2020 si da il via libera ai prodotti alimentari derivati dalla canapa, gli esperti criticano l'atto e protestano. Credono sia un "messaggio sbagliato". Sulle tavole italiane è in arrivo la cannabis introdotta nelle pietanze. Forse, a primo impatto il messaggio può sembrare sbagliato, ma non tutti sono a conoscenza delle proprietà della cannabis che ad esempio per i celiachi a noi gabbiani, da indurci addirittura a fare un uso più pericoloso dell'oggetto in questione. A parer mio l'uso che se ne fa della cannabis dipende da noi, dalle nostre condizione psicologiche e dalle nostre dipendenze. La canapa in cucina diventerà forse una moda, ad oggi di sicuro c'è che la si può usare in serenità. |
25 gennaio 2020 | giuseppea |
Integrazione è conoscenza
Integrazione è conoscenza di ogirra scritto il 25/01/2020 I giovani d’oggi sono portati a confrontarsi e relazionarsi con una realtà sempre più globalizzata, dove gli scambi sono inevitabili.Frequentando un liceo linguistico, i contatti con persone provenienti da diverse parti del mondo è fondamentale. Per mezzo del percorso di studi che ho intrapreso ho avuto la bellissima opportunità di condividere due settimane della mia vita con una coetanea tedesca.In un giorno dell’ottobre del 2018 mi sono ritrovata in stazione davanti a una ragazza a me sconosciuta che condivideva uno stile di vita completamente diverso dal mio, nonostante i relativamente pochi chilometri che ci separano. Vederla provare a vivere la mia routine è stato inizialmente strano, ma dopo una settimana mi sono resa conto che in realtà lei non si era adattata modificando radicalmente i suoi principi, ma aveva arricchito la mia vita, cambiando in parte anche me.La vera esperienza integrante l’ho vissuta nel marzo del 2019, trascorrendo una settimana immersa in un sistema, quello tedesco, completamente agli antipodi rispetto a quello italiano. Questo però mi ha portato a riflettere sul fatto che numerosi stereotipi e pregiudizi in cui crediamo tutti ferventemente sono in realtà solamente delle fantasie.Integrazione è conoscenza.Sapere di avere un’amica straniera diversa da me, con cui ho esperienze in comune e con cui sono rimasta e rimarrò in contatto è emozionante.Conoscere il diverso equivale a una sfida, mettersi in gioco ed essere disponibile ad aprire la mente a idee diverse dalle nostre. Questa educazione all’integrazione è fondamentale e penso che le scuole dovrebbero incentivarla ulteriormente, anche al di fuori dell’ambito scolastico linguistico. |
25 gennaio 2020 | ogirra |
Imparare a vivere insieme.
Imparare a vivere insieme. di angela1b scritto il 25/01/2020 In continuazione si parla di discriminazione razziale,la mentalità dell'uomo è cambiata. Molto spesso gli emigranti vengono condannati, discriminati solamente perché sono "diversi". Gli stranieri vengono in Itialia poiché nel loro paese o c'è la guerra o non riescono a sopravvivere. L'uomo teme lo straniero, lo considera malvagio,ma come lo straniero può fare del male alla gente, può rubare, picchiare, violentare una determinata persona anche l'italiano allo stesso tempo può farlo. Si è parlato spesso al telegiornale di molti casi in cui l'italiano ha fatto del male, appunto per questo se lo fa l'italiano non importa,non viene di certo condannato anzi dicono tutti "ha fatto bene" invece se a fare del male è lo straniero viene condannato subito. Se incontriamo uno straniero per strada malconcio non continuiamo a camminare facendo finta di niente fermiamoci e aiutiamolo in qualche modo. Ma noi italiani non siamo in grado nemmeno di aiutarci tra di noi perché siamo egoisti e ignoranti, siamo in grado di pensare solo a noi stessi. Con questo non voglio condannare tutti gli italiani ma cercare di cambiare mentalità per imparare a stare bene tutti insieme, sarebbe la cosa migliore. Dovremmo pensare e se fossimo noi al loro posto? Come la penseremmo? E soprattutto come ci sentiremmo? Molto tempo fa quando frequentavo la scuola media la mia professoressa ci aveva spiegato come vivono le persone di colore nel loro paese: bambini senza vestiti, malconci, disidratati, senza cibo e noi ci siamo chiesti come potevamo aiutarli. Così ci siamo attivati tutti e abbiamo deciso di adottare un bambino di colore spedendogli dei soldi per farlo vivere meglio. Questa esperienza mi ha segnato molto e mi ha fatto stare bene poiché ci siamo resi utili per qualcuno e mi ha fatto capire che noi italiani dobbiamo prendere coscienza del fatto che siamo tutti uguali e solo così potremmo stare bene tutti insieme. |
25 gennaio 2020 | angela1b |
Live together
Live together di serianna7 scritto il 24/01/2020 “Vivere insieme è un’arte”, un obiettivo però ancora da raggiungere che coinvolge il mondo, le leggi che lo governano, le persone che vi abitano e gli ideali che lo caratterizzano. Tutto scaturisce da un modo di pensare diverso dal nostro che non riusciamo ad accettare; porre la donna ad un livello inferiore, ridurre i diritti agli omosessuali, non tollerare le abitudini di un credente di religione diversa... sono questioni per le quali ogni cittadino che è coinvolto lotta ogni giorno; alla sola lettura sembrerebbero argomenti ben distinti, in realtà hanno un solo desiderio: ottenere la parità con tutti i suoi diritti.La diversità rende il nostro pianeta una tavolozza piena di colori, ricca di concetti e mentalità diverse e noi dobbiamo valorizzare questo grande tesoro che ci appartiene, e invece lo utilizziamo come mezzo per scatenare nuove guerre, procurare, dunque, la morte di milioni e milioni di persone, ma per ottenere cosa? Bisogna imparare a vivere insieme, saper accettare e comprendere il diverso, perché alla fine cosa c’è di male?La nostra è una società che pensa molto alle tradizioni e queste talvolta ostacolano la visione di un mondo più aperto per ogni singolo individuo, che sia omosessuale, donna o di religione diversa. Ritrovare l’equilibrio per vivere bene e in armonia non è semplice ma creare delle associazioni o degli eventi in cui persone si relazionano potrebbe essere un rimedio, che potrà avere come conseguenza sia il saper vivere insieme che realizzerà gli obiettivi di tutti quelli che lottano ogni giorno, sia l’avverarsi di una visione di un mondo migliore dove le guerre scatenate da questi ideali saranno solo un brutto ricordo. |
24 gennaio 2020 | serianna7 |
Disuguaglianze sociali e rimedi
Disuguaglianze sociali e rimedi di carla.iavarone scritto il 24/01/2020 Irina Bokova, Direttrice Generale dell’ UNESCO sostiene che “Essere connessi l’un l’altro non è abbastanza. Dobbiamo anche condividere le nostre soluzioni, le nostre esperienze e i nostri sogni in una grande comunità costruita sui Diritti Umani e le libertà fondamentali”. Quest'asserzione non potrebbe essere più valida. In una società sempre più eterogenea il superamento delle diversità dovrebbe essere un ulteriore legame tra gli individui che la compongono; ma in una realtà dove l'appartenenza ad un genere, un'etnia, una mentalità o un orientamento diverso rappresentano un motivo di emarginazione, quest'idea utopica è sempre più lontana dalla sua realizzazione. |
24 gennaio 2020 | carla.iavarone |
Psicologia ed estetica ma soprattutto sociolinguistica
Psicologia ed estetica ma soprattutto sociolinguistica di 40024.12 scritto il 24/01/2020 Triade di Pierce,americano, significato /significante e /interpretante trova nel filosofo europeo un degno contraltare. Secondo Wittgenstein fenomeni privati come sensazioni, stati mentali o emozioni sono manifestazioni di pratiche aperte e intersoggettive e vanno interpretate in senso anti-dualistico: noi non inferiamo uno stato emotivo dai tratti di un volto o da una sequenza di note come se fossero entità separate; piuttosto vediamo l’emozione nel volto o la udiamo nella melodia. Non si tratta di manifestazioni esteriori prive di accesso agli stati interiori ‒ un’idea che presupporrebbe ancora una separazione interno/esterno ‒, ma del fatto che il nostro modo di concepire gli stessi stati interni è il prodotto di una costruzione essenzialmente espressiva, pratica e linguistica. Nel caso specifico della psicologia e delle scienze cognitive, questo pensiero risuona in tutti quegli approcci che pongono l’enfasi sul primato delle pratiche socio-culturali, dell’azione e delle relazioni intersoggettive nella costruzione della nostra esperienza.e’ sociolinguistica;Fin dalle origini la psicologia si è interessata all’estetica. Tuttavia psicologia ed estetica filosofica si sono raramente incontrate, a causa della loro diversità di metodi, ma anche di temi e interessi.L’estetica psicologica e la moderna neuroestetica studiano per lo più i fenomeni basilari delle risposte mentali e affettive di fronte a stimoli percettivi generici, in particolare le reazioni di apprezzamento e di piacere. Si tratta di approcci idonei ad ambiti come il design e il marketing, meno rilevanti per le pratiche artistiche e tantomeno per il discorso teorico sulle arti. Ciò non significa che un contatto non sia possibile, anzi è quello che mi pare stia accadendo: le distinzioni di scuola e di approcci vengono meno e si è più aperti a integrare prospettive disciplinari differenti. L’esperienza estetica e l’arte coinvolgono fattori complessi di natura culturale, sociale, tecnologica, biologica; pertanto anything goes: psicologia, sociologia, antropologia, scienze economiche e naturali (si vedano gli interessanti sviluppi dell’estetica evoluzionistica) possono offrire contributi rilevanti, e ancora... non possiamo ignorare il ruolo dei dispositivi, soprattutto all’aumento della loro complessità. Oggi una parte consistente della nostra interazione con l’arte e i prodotti culturali avviene attraverso i media digitali, le nostre preferenze e scelte sono sistematicamente monitorate e analizzate da algoritmi, i quali a loro volta selezionano i contenuti a cui siamo esposti. C’è dunque una complessa interrelazione tra le nostre scelte estetiche, la loro diffusione digitale,spesso dipendenza. |
24 gennaio 2020 | 40024.12 |
La strada dell’inclusione
La strada dell’inclusione di sunkissed scritto il 24/01/2020 Imparare a vivere assieme: una prova che ci siamo imposti da tempi immemorabili. |
24 gennaio 2020 | sunkissed |
“Mia mamma è morta sulla moto”
“Mia mamma è morta sulla moto” di ilaryr scritto il 24/01/2020 Leggendo l'articolo pensavo a quanti incidenti accadono, sempre per questo problema: l'inesistente manutenzione che ormai circonda le strade. Tutti i giorni, passeggiando o anche stando in macchina, si fa caso alle evidenti buche o anche al malto alzato dalle radici degli alberi, ma il problema è che si rimane a guardare senza fare nulla per evitare queste problematiche. Tuttavia, ci si lamenta sempre per gli incidenti che avvengono praticamente in continuazione; perciò bisogna prendere come esempio queste tragedie per cerare di smuovere coloro che sono in possibilità di provvedere a queste cose per prevenire ed evitare tali errori. |
24 gennaio 2020 | ilaryr |
Cittadinanza globale
Cittadinanza globale di ale575 scritto il 23/01/2020 La cittadinanza italiana è la condizione della persona fisica alla quale l'ordinamento giuridico dell'Italia riconosce la pienezza dei diritti civili e politici. Seguendo lo stesso ragionamento la cittadinanza globale è caratterizzata dal possesso, per tutti i cittadini del mondo, degli stessi diritti o libertà (di pensiero, di manifestare le proprie idee, ecc.). La nostra società ci presenta grandi sfide, a carattere globale, come il cambiamento climatico, le migrazioni, il terrorismo, le guerre, la povertà, che non è possibile affrontare e risolvere solo a livello locale. Tutti questi problemi sono legati ai modi con cui funzionano la nostra società e la nostra economia, che non tengono in conto che le scelte di ognuno hanno ripercussioni a livello globale. Per affrontare queste situazioni di emergenza a livello globale è quindi importante sviluppare quel senso di appartenenza ad una comunità più ampia, mondiale, che porta con sé il concetto di cittadinanza globale. Per favorire questo sviluppo è senza dubbio fondamentale educare alla cittadinanza globale con iniziative che prevedano una didattica quotidiana. L’educazione alla cittadinanza globale deve essere considerata come uno strumento fondamentale per favorire il cambiamento e deve prevedere attività di informazione, di sensibilizzazione, formazione su vari temi quali la tutela dei diritti umani, l’ambiente, le diversità, ecc. La cittadinanza globale tiene conto sia della realtà locale che di quella globale, collegandole tra di loro. Un cittadino del mondo deve essere in grado, di partire dalla sua realtà e di imparare a conoscerla e a valutarla in base a tutto ciò che gli sta intorno, a scala mondiale. E’ chiaro che questa visione ampia non è facile da acquisire, ma è altrettanto evidente che, se si vuole davvero affrontare tutte le problematiche che affliggono il pianeta, bisogna agire tutti insieme e, soprattutto, lavorare tutti nella stessa direzione. |
23 gennaio 2020 | ale575 |
Arte, femminismo, ecologia
Arte, femminismo, ecologia di grassi scritto il 23/01/2020 Altaf concentra la sua intera pratica artistica sulla lotta contro problematiche sociali (talmente diffuse da compromettere la salvaguardia dei diritti sociali delle popolazioni native indiane) tra le quali: lo sfruttamento delle risorse minerarie, l’agricoltura intensiva e la consunzione di foreste. Nella video-installazione Soul Breath Wind è chiara la violenza con cui le multinazionali sfruttano i giacimenti minerari dell’India; nel filmato sono presenti spezzoni di rivolte popolari legate a questo scempio antiecologico, combattuto con tenacia dagli abitanti che da anni provano a opporsi, coscienti della fragilità di un territorio consumato fino all’osso. In Trail of Impunity vengono riportate le tragiche immagini delle rivolte delle comunità di Gujarat del 2002, mostrando la situazione politica corrotta che permea la societàCapitalista e postcoloniale. |
23 gennaio 2020 | grassi |
Da soli non si vive
Da soli non si vive di alesign03 scritto il 23/01/2020 L'accoglienza dovrebbe essere parte fondamentale di ogni paese e di chi ne fa parte, i pregiudizi, gli stereotipi e il disprezzo purtroppo fanno parte di questi. Ma come mai in alcuni nasce questo bisogno di creare una barriera con chi è diverso, con chi non appartiene al proprio paese? Perché non approfittarne per allargare la propria cultura con nuove usanze e con nuovi modi di pensare? Il disprezzo nasce dalla cattiva informazione spesso di tipo fake, manovrata e diffusa da opinionmaker, a mezzo di stampe, video e social network. Per me è bene diffidare di ogni notizia maligna, e scoprire personalmente cosa di buono e di stimolante ci può essere in un altro paese. Come giustamente dice John Donne noi siamo parte di un insieme e non possiamo vivere senza connessione. Quindi per me rifiutare qualcuno è rifiutare la vita e chiudersi nella propria ignoranza. |
23 gennaio 2020 | alesign03 |
COOPERAZIONE: LA PAROLA CHIAVE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
COOPERAZIONE: LA PAROLA CHIAVE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE di cons_dif scritto il 23/01/2020 Le Nazioni Unite hanno indicato tra gli obiettivi dell’Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile 2030 l'obbiettivo di far si che la comunità acquisisca conoscenze e competenze necessarie per promuovere stili di vita sostenibili, il rispetto dei diritti umani, l’uguaglianza di genere, la cittadinanza globale e la valorizzazione della diversità culturale. Ma quanto può essere utile questa iniziativa nel mondo in cui viviamo? Come sarà possibile realizzarlo senza cooperazione? Il cambiamento deve coinvolgere tutti, una sola persona non può fare la differenza. Come potremo vivere insieme se non c'è rispetto reciproco? Se gli uomini vengono privati dei loro diritti? Se ci sono distinzioni razziali o sessuali?Le persone dovrebbero aprire gli occhi, soprattutto noi adolescenti che rappresentiamo il futuro. Dovremmo darci una mossa, ma come? La parola d'ordine è COOPERAZIONE. La cooperazione (o collaborazione) è il processo di gruppi che agiscono per ottenere un beneficio comune a tutti.Esempio: noi tutti a scuola ci lamentiamo di avere le classi sporche e i computer in tilt, ma cosa succederebbe se tutti collaborassimo a mantenerla pulita e funzionante? Se noi la mantenessimo in ordine e il collaboratore scolastico svolgesse il suo lavoro, la classe sarebbe pulita. Identico discorso per i bagni e gli altri ambienti scolastici. Il cambiamento non arriva improvvisamente, deve partire da noi. Cosa fare per raggiungere questi obbiettivi tramite la cooperazione? In primo luogo deve esserci rispetto reciproco fra le persone, ma anche dell' ambiente in cui viviamo; credo anche che si debbano fare molte più manifestazioni (per coinvolgere e sensibilizzare il maggior numero di persone possibile) ed imparare ad essere autentici cittadini. In fondo, come diceva Omero, "è leggero il compito quando molti si dividono la fatica". |
23 gennaio 2020 | cons_dif |
Imparare ad accettare le diversità: l’omofobia.
Imparare ad accettare le diversità: l’omofobia. di cristinasimioli01 scritto il 23/01/2020 Il termine "Omofobia" sta ad indicare la paura e l'avversione nei confronti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali basata sul pregiudizio e sulla discriminazione di questi.Molto spesso si assume questo comportamento nei loro confronti perché non si conoscono le vere dinamiche e non si crede possibile ad esempio un sentimento che vada al di là dell'amicizia tra due individui dello stesso genere, ma con gli anni sono state messe a punto varie campagne che hanno sensibilizzato la popolazione mondiale su questo tema.Numerose persone hanno iniziato ad esprimere liberamente il loro orientamento attraverso una "procedura" chiamata "Coming out" letteralmente uscendo allo scoperto e cercando di vivere una vita normale senza discriminazioni.Ma tutto ciò non è facile, in quanto è ancora radicato nel pensiero mondiale il modello di famiglia composto da un uomo e una donna ed eventuali figli, infatti proprio da qui derivano anche i problemi a creare una famiglia omosessuale.L'omosessualità è stata gradualmente disconosciuta come crimine o malattia e decriminalizzata in quasi tutte le nazioni. Inoltre è stato dichiarato dalla International Statistical Classification of Diseases, Injuries and Causes of Death il 17 maggio come data simbolo della Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. |
23 gennaio 2020 | cristinasimioli01 |
La parola di un bambino
La parola di un bambino di apriori scritto il 22/01/2020 Ero sicura che non ce l'avrebbe mai fatta. Mia zia era sempre stata così, tant'è che ormai mi ero rassegnata a farle cambiare idea e ogni volta che a pranzo il telegiornale mostrava le foto di barconi straripanti di esseri umani disperati, io facevo finta di non sentirla gioire per la morte di un bambino solo per il colore della sua pelle. Perciò quando ci trovammo a convivere con i Peiris ero certa che ci sarebbe stata una strage. Dopo il terremoto la scuola elementare di mio fratello aveva messo a disposizione tutta l'ala sud per i rifugiati, così ci riunimmo nell'androne dell'istituto, io, mia madre, mia zia e Tommy. Una fila interminabile di persone stanche, ricoperte di intonaco e lacrime; non è bastata ad impietosire mia zia. Nel momento in cui entrando nell'aula della 5A ha scorto i volti mulatti dei nostri coinquilini, si è diretta al punto informazioni dove ha sbraitato che lei non avrebbe passato un minuto, tanto meno una notte accanto ad animali del genere, che era vergognoso costringerla ad una tale tortura dopo aver già visto la propria vita frantumarsi in un attimo per una scossa del cazzo. Niente da fare. Arresa è tornata al posto che le era stato assegnato e dando le spalle a quella povera famiglia, si era distesa su un materassino messo a disposizione da gruppi volontari. Il padre la guardava con una sfumatura di tristezza sul volto, mentre la giovane madre stringeva a sé i due bambini e io non potevo che vergognarmi. Il pensiero dell'enorme offesa che avevamo recato loro non mi fece chiudere occhio, fortunatamente; infatti restando vigile potei assistere ad un miracolo. Nel silenzio della notte percepì i leggeri passi di un bambino: era uno dei figli dei Peiris che non riusciva a dormire. Spaventato, si avvicinò a mia zia, affacciata alla finestra a fumare. Le disse che aveva paura, che i suoi genitori dormivano e che lui si sentiva solo. Alle timide parole seguì un lungo silenzio, ma dopo aver finito la sigaretta, mia zia si accucciò all'altezza del piccolo e iniziò a parlargli. Non riuscì a sentire cosa dicesse, ma erano suoni dolci che non sembravano appartenerle. Mi addormentai così, sbirciandoli dall'ombra, mentre illuminati dalla luce che filtrava dalla finestra imparavano a conoscersi. La mattina seguente mi svegliai con la risata di mia zia, che stava chiacchierando amichevolmente con i nostri coinquilini; guardai mia madre stupita e lei mi rispose con uno sguardo altrettanto sorpreso. D'improvviso mi ricordai di tutte le volte che ci avevo litigato, tentando di farle capire che eravamo tutti umani in cerca di un posto dove essere felici; rammentai tutto il fiato sprecato e risi.Le era bastata la parola di un bambino. |
22 gennaio 2020 | apriori |
Parlare per non dimenticare
Parlare per non dimenticare di gaetanoderuvo77 scritto il 21/01/2020 Il primo giorno di scuola del secondo anno di scuola media , ho assistito ad un atto davvero bruttisimo da una parte c'erano dei ragazzi di terza media e, dall' altra parte, c 'era un bambino di colore di prima media.Tutti sappiamo che non è mai facile integrarsi il primo giorno di scuola poi quando ci sono dei ragazzi più grandi e immaturi che prima di entrare in classe ti deridono, ti circondano e ti insultano, diventa ancora più difficile.Quei ragazzi stavano intimorendo quel povero ragazzino di colore per far capire chi comandasse .Ma loro non comandavano un bel niente !Era ingiusto! Quella scena non era per niente bella da vedere e così io insieme ad altri miei amici andammo in soccorso del nostro compagno di scuola.Devo essere sincero non fu per niente facile perché anche noi avevamo paura in quanto quei ragazzi erano più grandi di noi ma ci siamo fatti coraggio e insieme abbiamo intimorito quei ragazzi che hanno lasciato stare quel ragazzino e hanno ripromesso di non farlo più. Inoltre il bambino ci ha ringraziato ed è diventato nostro amico. |
21 gennaio 2020 | gaetanoderuvo77 |
Parlare per non dimenticare
Parlare per non dimenticare di gaetanoderuvo77 scritto il 21/01/2020 Il primo giorno di scuola del secondo anno di scuola media , ho assistito ad un atto davvero bruttisimo da una parte c'erano dei ragazzi di terza media e, dall' altra parte, c 'era un bambino di colore di prima media.Tutti sappiamo che non è mai facile integrarsi il primo giorno di scuola poi quando ci sono dei ragazzi più grandi e immaturi che prima di entrare in classe ti deridono, ti circondano e ti insultano, diventa ancora più difficile.Quei ragazzi stavano intimorendo quel povero ragazzino di colore per far capire chi comandasse .Ma loro non comandavano un bel niente !Era ingiusto! Quella scena non era per niente bella da vedere e così io insieme ad altri miei amici andammo in soccorso del nostro compagno di scuola.Devo essere sincero non fu per niente facile perché anche noi avevamo paura in quanto quei ragazzi erano più grandi di noi ma ci siamo fatti coraggio e insieme abbiamo intimorito quei ragazzi che hanno lasciato stare quel ragazzino e hanno ripromesso di non farlo più. Inoltre il bambino ci ha ringraziato ed è diventato nostro amico. |
21 gennaio 2020 | gaetanoderuvo77 |
Imparare a vivere insieme
Imparare a vivere insieme di peppe01 scritto il 21/01/2020 “Vivere insieme”: apparentemente facile ma, in realtà, è davvero difficile. Io personalmente ho vissuto l’esperienza dell’Erasmus: ho trascorso un mese a Bruxelles dove ho potuto confrontarmi con una realtà diversa da quella in cui vivo. Ho vissuto in un contesto lavorativo certamente interessante che mi ha dato la possibilità di acquisire maggiori competenze in ambito linguistico dal momento che dovevamo parlare solo in inglese. Durante quei giorni ho vissuto con alcuni miei amici con i quali ho condiviso spazi, tempi, esperienze: non avevo accanto a me la mia famiglia, dovevo provvedere io a me stesso condividendo responsabilità con i miei amici nel rispetto più assoluto.Non credo sia possibile una convivenza che non si basi sul rispetto delle regole pur nella diversità. Noi siamo tutti diversi ma uguali perché abbiamo stessi diritti e stessi doveri. Ma molto spesso sembra sia davvero difficile farlo capire perché, invece, inevitabilmente si creano spaccature e divisioni anche per motivi futili.Oggi si parla tanto di “Inclusione”….ma siamo sicuri di conoscerne esattamente il significato? Siamo davvero convinti che l’altro, il diverso abbia le stesse opportunità di uno “normale”? E allora perché l’altro pomeriggio sentivo un servizio in televisione su una scuola di Roma dove gli alunni vengono divisi in base al ceto di appartenenza? E’ davvero disgustoso che nel 2020 ci siano simili realtà!!!! E come può la scuola, che dovrebbe promuovere uguaglianza, permettere tali atteggiamenti scorretti?“Siamo cittadini del mondo”…..molto spesso sentiamo parlare di ragazzi che vanno all’estero a studiare o lavorare perché così è più facile realizzare i propri sogni. Loro sono ritenuti sfortunati perché devono lasciare tutto e andare via. Credo che se davvero riuscissimo ad andare oltre, a capire che sarebbe davvero bellissimo essere e sentirsi “cittadini” di un mondo dove non esiste il “diverso” da indicare ed evitare ma dove ognuno è importante per quello che è, il mondo sarebbe davvero un PARADISO.Dobbiamo impegnarci tutti e concretamente perché questo avvenga…..dobbiamo IMPARARE a fare ciò per cui siamo stati creati: VIVERE INSIEME. Proviamo ad immaginare un mondo così: non sarebbe bello se ognuno di noi potesse vivere liberamente senza doversi nascondere o dover essere giudicato? Secondo me assolutamente SI’. |
21 gennaio 2020 | peppe01 |
Coesistiamo
Coesistiamo di sbrodolino02 scritto il 20/01/2020 Il rispetto dei diritti umani, l'uguaglianza di genere, la diffusione di una cultura di pace e di non violenza. Nella nostra storia queste tre diverse tematiche, in realtà molto vicine tra loro, sono sempre esistite e il modo in cui l’uomo le ha concepite e ha deciso di approcciarsi ad esse nel tempo ha portato ad un graduale miglioramento della vita di quasi tutte le persone in quasi tutto il mondo. Il problema ad oggi è questo “quasi”, perché effettivamente non proprio tutte le persone nel mondo hanno la possibilità di avere un’esistenza caratterizzata dai tre punti citati che si affronteranno in questo articolo. |
20 gennaio 2020 | sbrodolino02 |
La collaborazione è veramente possibile ?
La collaborazione è veramente possibile ? di larossa_04 scritto il 19/01/2020 Ho avuto la fortuna di poter partecipare a uno scambio culturale con un liceo della Germania. È stata un'esperienza semplicemente fantastica, che mi ha cambiato la vita e che rifarei altre trecento volte se mai me lo chiedessero. In una settimana ho avuto modo di conoscere una cultura diversa dalla nostra e di adattarmi ha uno stile di vita alternativo. Ciò che mi ha lasciato più sorpresa è che là le persone sono veramente libere di essere chi vogliono e non sono giudicate in base all'apparenza, al genere, alla condizione sociale. Sono anche rimasta colpita dalla curiosità della famiglia che mi ha ospitato di conoscere le nostre abitudini e la nostra cultura, per comprendere uno stile di vita diverso dal loro.L'unica certezza che non ho è però che tutte le famiglie siano così: credo infatti che ci siano molte persone chiuse rispetto alla collaborazione globale, non solo in Germania. Nel mio piccolo cerco di vedere sempre e solo i lati positivi del conoscere nuove culture e condividere la nostra con persone che ancora non la conoscono, ma la verità è che ancora in tanti paesi, a seconda della tua nazionalità o del tuo genere, sei trattato in modo diverso. Credo che nell'era digitale sia inaccettabile che ci siano persone che ancora credono che la donna sia inferiore, che solo i bianchi possano accedere a certe professioni: ognuno di noi è un tassello del grande mosaico che è il mondo ma se certi tasselli vengono considerati di più e altri di meno, allora il mosaico rimarrà sbilanciato.Credo che sia compito delle scuole preoccuparsi che queste discriminazioni vengano abolite: i professori devono occuparsi che nelle loro classi vengano stroncate le mentalità razziste o sessiste. Anche i genitori però devono contribuire, crescendo i loro figli basandosi sull'idea che non importa la razza o il genere di una persona, poiché siamo tutti esseri umani allo stesso modo. |
19 gennaio 2020 | larossa_04 |
Una scuola per la pace
Una scuola per la pace di thement01 scritto il 18/01/2020 In prima media, assieme ai miei compagni, abbiamo partecipato ad una attività informativa sviluppata sotto forma di teatro che ci spiegò molte situazioni attuali nel mondo e ciò che stavano vivendo alcuni bambini di quei territori. Infatti nella storia ci sono state e ci saranno moltissime guerre che potrebbero non esserci garantendo la felicità di tutti e l'uguaglianza dei diritti umani.Questa attività ha fatto riflettere tutti e ci ha fatto immedesimare in quei ragazzi, che sono abituati a vedere la morte degli amici e dei parenti, a sopravvivere nel terrore e sotto gli attacchi dei nemici, dove tutto si potrebbe risolvere se tutti pensassimo e ci preoccupassimo per gli altri oltre che a noi stessi. |
18 gennaio 2020 | thement01 |
Cittadini per il mondo
Cittadini per il mondo di francescolarocca15 scritto il 16/01/2020 Promozione culturale, integrazione nonché rapporti interpersonali, permettono a noi studenti di divenire cittadini per il mondo. Il contatto con distinte realtà di vita, costumi e tradizioni costituisce difatti il corpo fondamentale per la sensibilizzazione degli alunni all'immenso patrimonio culturale che ciascuna popolazione riserva. Per esperienza personale posso affermare che la cittadinanza globale rappresenta un tratto distintivo nella vita di ciascun individuo. Ho avuto difatti occasione di intraprendere un’esperienza di convivenza con alcuni coetanei ungheresi e tedeschi il cui percorso formativo prevedeva lo studio, secondo il profilo sociale e politico, di ciascuno stato, carpendone gli aspetti e problematiche cruciali. La convivenza ha permesso inoltre di relazionarci in lingua straniera con le distinte culture, affrontando tematiche inerenti a immigrazione, povertà, inquinamento, diritti sociali. In Ungheria è apparso rilevante il bisogno di tutelare i clochard che affollano le strade poiché non è permesso loro di stabilirsi in spazi pubblici, e seppur sono presenti apposite strutture, versano quest'ultime in condizioni deplorevoli. I cittadini tedeschi hanno affrontato il problema dell’inquinamento ambientale, individuando in collettiva eventuali rimedi con cui rispondervi. Condividere ideali, valori, espressioni linguistiche, rapportarci e misurarci tra di noi, ciascuno secondo le proprie esperienze, mi ha permesso di penetrare in una realtà così distante da sembrarmi oramai vicina. Poiché cultura non indica esclusivamente lo studio dell’assetto socio-politico di un determinato stato, ho considerato il momento in cui ciascuno di noi condivideva i prodotti tipici del proprio paese, fondamentale ai fini di una maturità totalizzante rispetto alle tradizioni del determinato luogo di origine. Partecipare a tale esperienza mi ha concesso pertanto di addentrarmi in un mondo a me sconosciuto, riconoscere nei miei coetanei esteri, mancanze e problematiche che mai avrei avuto occasione di considerare. Ciò che maggiormente ha segnato il mio percorso di convivenza è stato poter discutere con un ragazzo di origine turca della sua fuga dalle proprie radici, a causa della guerra, permettendomi di comprendere quanto ancora ho da imparare e quanto un ragazzo della mia età possa ancora insegnarmi; il valore del rispetto, il coraggio di affrontare una così cruda realtà. Il mondo appartiene a tutti, è una dimora in cui si stabiliamo, e così come la nostra casa, bisogna conoscerne ciascun aspetto, ogni angolo, ogni spazio. |
16 gennaio 2020 | francescolarocca15 |
A noi che siamo irrimediabilmente imperfetti, ma pur sempre straordinariamente umani.
A noi che siamo irrimediabilmente imperfetti, ma pur sempre straordinariamente umani. di alessiapirotti13 scritto il 16/01/2020 "Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso..." |
16 gennaio 2020 | alessiapirotti13 |
Accettazione radicale.
Accettazione radicale. di sidero 76 scritto il 16/01/2020 Coniugare il rispetto etnico al flusso migratorio che proviene dai paesi del medio oriente e dall'Africa è uno dei problemi degli anni 2000. Molto spesso, dietro ad avvincenti slogan politici e posizioni parlamentari, si nasconde ignoranza e superficialità. Si tende, di fatti, a confondere una specifica linea governativa con il razzismo. La verità è che la linea tra la non-tolleranza ed un'amministrazione più rigida è davvero molto sottile, più di un capello.Non si possono biasimare i politici che traggono interessi personali dal populismo, ma va ricercato e curato il problema alla radice; al popolo piace che gli venga parlato alla pancia, soprattutto se questa pancia ha la gastrite.E' difficile che oggi giorno vi siano movimenti discriminatori basati sulla convinzione della superiorità; più che altro, tutto l'odio presente nei nostri tempi è dovuto alla costante situazione di crisi economica in cui vertono i paesi e la paura di essere rimpiazzati da uno straniero in ambito lavorativo. |
16 gennaio 2020 | sidero 76 |
CI VUOLE EMPATIA
CI VUOLE EMPATIA di tudino4 scritto il 16/01/2020 Assistiamo quotidianamente a fenomeni di discriminazione razziale tanto che sono ormai diventati ordinari e accettabili per molte persone. A mio parere, ciò è dovuto principalmente dalla condizione di crisi in cui versa il nostro paese in quanto politici e cittadini tendono a scaricare la colpa sui migranti. Questo fenomeno influenza negativamente l'intera popolazione poiché diffonde disinformazione e pregiudizi sbagliati. Dovremmo essere essere più empatici e cercare di comprendere le condizioni sociali dei paesi meno sviluppati e quelle psicologiche di coloro che decidono di andare alla ricerca di una vita migliore immigrando in un nuovo paese. Infine ci tengo a dire che il fenomeno dell'immigrazione non è facile da gestire, infatti vi è il bisogno di un impegno comune affinché si riesca a garantire una condizione di agio e felicità ai migranti e un risvolto economicamente positivo al nostro paese. |
16 gennaio 2020 | tudino4 |
Fate cadere gli inganni.
Fate cadere gli inganni. di agresti441 scritto il 16/01/2020 "Nessun uomo è un'isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l'Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa." |
16 gennaio 2020 | agresti441 |
Dobbiamo cambiare ed aprire le nostre menti
Dobbiamo cambiare ed aprire le nostre menti di mdiprima scritto il 15/01/2020 Imparare a vivere insieme.Una frase bellissima, che invita tutti i lettori a riflettere: come può una cosa all'apparenza semplice come la tolleranza reciproca risultare invece così complessa e difficile da mettere in pratica?Durante questi anni di scuola superiore, ho avuto modo di confrontarmi, nel mio piccolo, con una serie di problemi legati a questa non sempre serena convivenza; non credo che siano particolarmente comuni visto che la situazione è forse poco discussa, ma penso anche che in parte possano costituire quasi un ritratto della questione.Per cominciare, è necessaria una premessa: sono transgender.Quasi due anni fa ho capito che parlarne con i miei compagni ed insegnanti avrebbe reso la situazione un po' più facile da sopportare, ed in parte così è stato. Ho chiesto di essere chiamato con il nome che avevo scelto e di essere semplicemente accettato.La tolleranza non è semplice quando oltre alla teoria deve essere applicata nella pratica.Riconosco di essere stato fortunato, ma ho comunque osservato gli "alti e bassi", per così dire, di questa apertura. I miei compagni mi hanno aiutato a parlare con alcuni professori, ma ho anche trovato degli insulti scritti sul banco, o su biglietti che mi trovavo nello zaino o tra i libri. Non mi hanno fatto sentire escluso, ma durante una gita nessuno si sentiva a proprio agio a dividere la stanza con me. Mi hanno accolto a braccia aperte, cosa di cui sarò sempre grato, ma in varie occasioni hanno dimostrato il contrario.Sono queste le due facce della tolleranza. Quella più piacevole, quella da copertina. Quella che rappresenta ciò che il mondo dovrebbe essere, e ciò che noi dovremmo cercare di diventare.Poi l'altra. La faccia in cui la tolleranza non c'è, e si nasconde dietro insulti o fredda indifferenza.Non è semplice, dimenticare anni di pregiudizi e stereotipi, e sono il primo ad ammetterlo. Ma so anche che se vogliamo crescere – non solo personalmente, ma anche a livello di cittadini europei e del mondo – è necessario sforzarsi di accettare il prossimo e trattarlo come vorremmo essere trattati noi stessi.Per tutti coloro che guadano la nostra Europa e la vedono come un simbolo di libertà, dobbiamo cambiare ed aprire le nostre menti. Per tutti i ragazzi che sanno di essere in qualche modo diversi, dobbiamo cambiare ed aprire le nostre menti. Per le persone che subiscono gli effetti di un'ingiusta disuguaglianza, dobbiamo cambiare ed aprire le nostre menti.Per noi stessi e per il nostro futuro, dobbiamo cambiare ed aprire le nostre menti. |
15 gennaio 2020 | mdiprima |
La necessità della convivenza
La necessità della convivenza di salvatore9 scritto il 15/01/2020 L accoglienza: è un tema sempre più comune al giorno d'oggi, ne sentiamo molto parlare qui in Italia a causa dei flussi migratori che ci colpiscono ogni giorno.Ma perché affrontiamo questo tema sempre con estrema cauta? Perché il popolo italiano diventa sempre più ostile ad accogliere queste persone? Io non credo che gli italiani sono tutti razzisti,però credo che in questo paese si è spinti sempre alla ricerca di un colpevole e in questo nuovo contesto storico la colpa di tutto viene data a chi, agli stranieri , semplicemente perchè sono diversi da noi e questi ideali vengono sempre di più alimentati dai media e dalla cronaca che fanno passare per la maggior parte solo notizie negative che condizionano il pensiero delle persone.Tutti noi dobbiamo smettere di credere agli stranieri come un pericolo per la nostra vita, gli attacchi di alcuni pazzi che si fanno esplodere nel nome della loro religione non ci deve far paura , ma ci deve ancor di più far pensare ai luoghi da cui tutte quelle persone provengono, posti in cui la morte è considerata normale, in cui i diritti non esistono e in cui non c è libertà. |
15 gennaio 2020 | salvatore9 |
ABBATTIAMO QUESTI MURI!
ABBATTIAMO QUESTI MURI! di vittoriaxsellari scritto il 15/01/2020 Tempo fa è stato abbattuto il muro di Berlino,ma fondamentalmente era solo fisico.Ci sono muri più importanti da abbattere e sono quelli che si trovano all'interno di noi, uno di questi è proprio quello dei PREGIUDIZI.Il pregiudizio è una forma di pensiero,spesso negativo.Consiste,come dice la parola stessa,nel giudicare un'entità prima ancora di conoscere le sue caratteristiche.Questo nasce in ogni mente umana,soprattutto nei confronti di persone di cultura differente dalla nostra perché li reputiamo diversi dato che siamo abituati a vedere altro,abbiamo paura di rapportarci a loro sin da bambini.In realtà,come possiamo leggere nell'articolo di Repubblica Scuola,ciascuno di noi è solo parte di un insieme e dobbiamo imparare ad accettarsi l'un l'altro per portare avanti e migliorare il nostro mondo perché anche loro come noi hanno diritti umani da essere rispettati.Dobbiamo imparare a convivere con loro in modo da trarre dei benefici e aiutarci tra noi. |
15 gennaio 2020 | vittoriaxsellari |
diciamo no ai pregiudizi
diciamo no ai pregiudizi di flavia.mazzeo scritto il 15/01/2020 E' molto importante dire no ai pregiudizi e a tutto cio' che sentiamo costantemente sui giornali e in televisione che ci inculcano idee e pregiudizi. |
15 gennaio 2020 | flavia.mazzeo |
ACCOGLIENZA
ACCOGLIENZA di enricoalb03 scritto il 15/01/2020 L'immigrazione è un fenomeno che ha talvolta caratterizzato la formazione dei popoli, spesso influenzandone la politica sociale ed economica. |
15 gennaio 2020 | enricoalb03 |
DIFFICILE ACCOGLIERE
DIFFICILE ACCOGLIERE di tuzzone03 scritto il 15/01/2020 Una questione che riguarda sempre di più il nostro paese è l' accoglienza. Questo termine è solitamente da noi utilizzato quando prestiamo soccorso alle persone che approdano sulle nostre coste, ma accoglienza non vuol dire solo questo, si riferisce anche all' integrazione, processo seguente e che ultimamente non va sempre a buon fine. |
15 gennaio 2020 | tuzzone03 |
Pareri discordanti e come sopravvivere
Pareri discordanti e come sopravvivere di ruku scritto il 14/01/2020 In casa mia l'argomento "amore omosessuale" è un taboo. Mia madre è abbastanza imparziale, ma il vero problema sovviene quando ne discutiamo io e mio padre.Il mio punto di vista è quello di una giovane che è nata con l'ideale di uguaglianza di genere. Per me non fa nessuna differenza se un uomo o una donna stanno con una femmina o un maschio, non mi interessa neanche se un ragazzo si sente più femminile e una ragazza più maschile, per me siamo tutti uguali e abbiamo tutti gli stessi diritti e doveri.Il pensiero di mio padre, però, è contrario al mio. Non è una persona cattiva, anzi è l’uomo più buono e gentile che io conosca, ma su questo argomento non riesce a trascendere per nessun motivo. Lui è ancora legato alla convinzione che solo un uomo e una donna possano stare insieme, poiché sono gli unici che possono procreare. Questo è vero, ma secondo me non è giusto impedire a due persone dello stesso sesso di amarsi. Mi capita spesso di parlarne con mio lui e la discussione si fa sempre abbastanza accesa. Ovviamente bisogna sempre rispettare le opinioni altrui, ma mai dimenticare quali sono i propri ideali.Per la mia mentalità, per esempio, una coppia omosessuale può fare parte di una normale famiglia composta da due o più persone, quindi perché non dovrebbero poter adottare un bambino o sposarsi legalmente? Non riuscirei a trovare una risposta negativa a questa domanda, ma so bene che la mia opinione è differente da quella delle altre persone e la rispetto.Vorrei che in futuro possa esistere un luogo in cui si possa vivere senza preoccuparsi di essere denigrati o giudicati per i propri gusti. |
14 gennaio 2020 | ruku |
Una videochiamata insolita
Una videochiamata insolita di francesca0708 scritto il 30/11/-0001 È l’ora di italiano. La professoressa sta spiegando Pascoli. Che noia! Mi giro verso la finestra e osservo il mondo che mi circonda. C’è un bambino scuro di pelle seduto su un gradino che guarda le macchine passare. Penso a quanto io sia fortunata. Penso a tutti quegli uomini, quelle donne che hanno combattuto, che hanno versato lacrime e sangue per ottenere quello che oggi abbiamo. La nostra generazione non si rende conto che i nostri predecessori ci hanno donato la cosa più grande e importante che si possa avere: i diritti umani. Grazie a loro oggi abbiamo il diritto alla vita, il diritto al nome, il diritto all’istruzione e al gioco. Grazie a loro abbiamo una moltitudine di diritti che ci tutelano appieno contro le ingiustizie. Sono molto grata a loro perché in questo modo ho la possibilità di andare a scuola oppure di far ciò che mi rende felice senza però ledere la libertà altrui.Ho iniziato a fare queste riflessioni quest’estate quando un pomeriggio una mia amica mi ha chiamata. Era in vacanza in Marocco e durante una videochiamata ho potuto osservare con i miei occhi che, mentre la mia amica si trovava in spiaggia, vi erano dei bambini di all’incirca dieci anni che venivano picchiati dal loro padrone probabilmente perché avevano svolto male il loro lavoro oppure perché si erano ribellati. Li strattonava e urlava contro frasi in arabo che, ovviamente, io non capivo. Sinceramente questa scena mi ha fatto rabbrividire perché non è possibile che ancora adesso, nel 2020, vi sia lo sfruttamento minorile. Questa è una vera e propria violazione dei diritti umani! Qui, in Europa, si fanno molti progetti a fini economici ma nessuno pensa a quei Paesi in cui non si conosce proprio la parola “diritto” mentre qui, per esempio, ci sono delle persone che per ogni minima cosa denunciano per violazione dei diritti. Il poeta John Donne scriveva che ogni uomo è un pezzo di continente, una parte del tutto e quindi per ognuno bisogna che ci sia il rispetto dei diritti umani.È proprio così e tutti dovremmo ricordarlo. |
30 novembre -1 | francesca0708 |